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Torino, il Tar ordina la chiusura della stanza anti-aborto all’ospedale Sant’Anna: «Convenzione illegittima con l’associazione Pro-vita»

03 Luglio 2025 - 17:52 Cecilia Dardana
sant'anna torino aborto
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Secondo i giudici amministrativi, la convenzione firmata a settembre 2024 tra l’associazione e l’Azienda ospedaliera Città della Salute è illegittima

La “Stanza dell’Ascolto”, aperta all’interno dell’ospedale Sant’Anna di Torino e gestita dall’associazione Pro-vita & Famiglia, dovrà chiudere. Lo ha deciso il Tar del Piemonte, accogliendo il ricorso presentato dalla Cgil regionale e dall’associazione femminista Se non ora quando? Torino. Secondo i giudici amministrativi, la convenzione firmata a settembre 2024 tra l’associazione e l’Azienda ospedaliera Città della Salute è illegittima. Lo spazio, fortemente voluto dalla Regione Piemonte, era stato pensato come un punto di ascolto e sostegno rivolto alle donne in procinto di interrompere la gravidanza. Ma per i ricorrenti – e ora anche per il Tar – la presenza di un soggetto apertamente antiabortista viola la neutralità del servizio pubblico e mina i diritti sanciti dalla legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza.

La Cgil: «Una vittoria per la libertà delle donne»

Soddisfazione da parte delle promotrici del ricorso. «Questa sentenza difende il diritto delle donne di decidere in libertà del proprio corpo», hanno dichiarato congiuntamente Elena Ferro (CGIL Torino), Anna Poggio (CGIL Piemonte) e Laura Onofri (presidente di Se non ora quando?). «È un’affermazione importante del principio di laicità e del rispetto della legge 194, che dal 1978 garantisce alle donne italiane la possibilità di scegliere in modo consapevole e senza pressioni esterne», hanno aggiunto, ringraziando il collegio di legali che ha seguito il caso.

La replica dei Pro-vita

Durissima la reazione dell’associazione Pro-vita, che ha parlato di «una battaglia ideologica» condotta da sindacati e femministe contro un servizio che aveva l’unico scopo di offrire un’alternativa all’aborto. «Sconcerta pensare che chi dice di difendere i diritti delle donne abbia fatto chiudere uno sportello di ascolto libero e volontario», si legge nella nota. L’associazione ha poi accusato i ricorrenti di ipocrisia: «Si parla tanto di crisi demografica e di sostegno alla maternità, ma si combattono le iniziative concrete che vanno in quella direzione». I Pro-vita hanno quindi auspicato un ricorso da parte della Regione Piemonte e un rafforzamento delle politiche per la natalità, citando il Fondo Vita Nascente promosso dall’assessore Maurizio Marrone come modello da seguire.

Le ripercussioni a livello nazionale

La sentenza del Tar potrebbe avere ripercussioni nazionali, visto che in altre regioni sono stati attivati o proposti sportelli simili, in collaborazione con associazioni pro-life. Il caso del Sant’Anna mette al centro il delicato equilibrio tra libertà di scelta, neutralità del servizio sanitario e presenza di soggetti ideologicamente schierati all’interno delle strutture pubbliche. Nel frattempo, resta da vedere se la Regione Piemonte deciderà di impugnare la decisione davanti al Consiglio di Stato o se modificherà la convenzione per tentare di ripristinare lo sportello in altra forma.

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