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Il discorso del Dalai Lama per il suo 90esimo compleanno: «Spero di vivere altri 30 anni»

05 Luglio 2025 - 09:06 Alba Romano
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Le sue parole arrivano pochi giorni dopo aver cercato di mettere a tacere le speculazioni sulla sua successione

Il Dalai Lama, guida spirituale del buddismo tibetano, spera di vivere oltre i 120 anni. Lo ha detto lui stesso, sabato 5 luglio, alla viglia del suo 90esimo compleanno, come riporta Reuters. Le sue parole arrivano pochi giorni dopo aver cercato di mettere a tacere le speculazioni sulla sua successione, affermando che dopo la sua morte, vi sarà un successore.

Le parole del Dalai Lama in occasione delle celebrazioni per il suo 90esimo compleanno

L’anziano leader, che domenica 6 luglio compirà 90 anni, si è espresso durante una cerimonia organizzata dai suoi seguaci per pregare per la sua lunga vita. Già lo scorso dicembre, in un’intervista a Reuters, aveva ipotizzato di poter vivere fino a 110 anni. «Spero ancora di vivere più di 130 anni», ha detto oggi rivolgendosi a centinaia di fedeli giunti da tutto il mondo nella cittadina collinare di Dharamshala, nel nord dell’India, dove vive dal 1959 dopo essere fuggito dal Tibet in seguito a un’insurrezione fallita contro il dominio cinese. «Abbiamo perso il nostro Paese e viviamo in esilio in India, ma sono riuscito ad aiutare molti esseri senzienti. Così, vivendo qui a Dharamshala, intendo continuare a servire gli esseri e il dharma quanto più possibile», ha aggiunto, riferendosi agli insegnamenti del Buddha.

La sfida del Dalai Lama alla Cina

Pechino considera il Dalai Lama un separatista e ha sempre sostenuto che sarà il governo cinese ad approvare il suo successore, in linea con quanto accadeva ai tempi dell’impero, quindi fino all’inizio del 1900. Il Dalai Lama ha più volte affermato che si reincarnerà in un “mondo libero” e, questa settimana, ha ribadito ai suoi seguaci che l’unica autorità legittimata a riconoscere la sua reincarnazione il Gaden Phodrang Trust, «l’ufficio di sua santità il Dalai Lama». Il processo di scelta inizierà alla morte dell’attuale leader tibetano. Tramite studi di astrologia e analisi di presunte visioni mistiche, si arriverà all’individuazione di un bambino ritenuto la sua reincarnazione. Ma chi sarà preso in considerazione? Discostandosi nettamente dalle usanze, Gyatso ha allargato la possibilità a un successore già adulto e non per forza uomo. Non solo. Potrebbe diventarlo chiunque «sia nato nel mondo libero», quindi non per forza uno dei 140mila esuli tibetani.

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