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Malpensa, in arresto cittadino cinese di 33 anni. Gli Usa: «Ha spiato i vaccini Covid»

07 Luglio 2025 - 10:55 Alba Romano
malpena arresto cinese usa spia
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Domani l'udienza per l'estradizione in Corte d'Appello. Secondo gli americani, il 33enne lavorava per il governo cinese

Arrestato all’aeroporto di Malpensa con l’accusa di spionaggio, subito dopo essere atterrato in Italia da Shanghai. È successo a Xu Zewei, un cittadino cinese di 33 anni, che giovedì 3 luglio è stato fermato dalle autorità italiane per ordine degli Stati Uniti. L’uomo dovrebbe fare parte di una squadra di hacker che avrebbe effettuato operazioni di spionaggio su vaccini anti-Covid in produzione all’Università del Texas.

L’arresto dell’uomo a Malpensa su mandato degli Usa

Le autorità americane avevano emesso un mandato d’arresto per l’uomo di nazionalità cinese che è stato fermato dalla polizia italiana non appena atterrato all’aeroporto di Milano Malpensa. Venerdì 4 luglio, la giudice Veronica Tallarida della quinta penale d’appello di Milano ha convalidato l’arresto e ha emesso la custodia cautelare nel carcere di Busto Arsizio, provincia di Varese, dopo che il provvedimento degli Usa era stato eseguito il giorno prima, verso le 11, dalla Polizia a Malpensa. Secondo un’inchiesta dell’Fbi, il 33enne farebbe parte di un team di hacker che nel 2020 avrebbero effettuato operazioni di spionaggio su vaccini anti-Covid prodotti dall‘Università del Texas. Domani, martedì 8 luglio, è stata fissata l’udienza di Corte d’Appello a Milano, per decidere della richiesta di estradizione degli Usa. In base a quanto riportato dall’Ansa, la moglie di Xu Zewei, residente a Shanghai sostiene la sua innocenza, affermando che, di fatto, si tratta di un semplice tecnico impiegato in un’azienda informatica. L’uomo sarebbe arrivato in Italia per trascorrere un periodo di vacanza.

L’accusa degli Usa: «ha preso di mira migliaia di computer per avere informazioni sul governo americano»

Xu Zewei è accusato nell’inchiesta dell’Fbi, oltre che di aver spiato con un team di hacker connazionali università, immunologi e virologi negli Stati Uniti a partire dal febbraio 2020, cioè dallo scoppio della pandemia Covid, anche di aver fatto parte di una campagna di intrusione informatica su larga scala che, secondo gli americani, sarebbe stata orchestrata dal governo cinese. L’operazione, nota come «Hafnium», avrebbero preso di mira migliaia di computer in tutto il mondo, per aver informazioni su «varie politiche del governo statunitense», come emerge da atti del Ministero dell’Interno italiano che riassumono le contestazioni.

Il mandato d’arresto internazionale, l’uomo era ricercato dal 2023

Il 33enne era ricercato a livello internazionale su mandato d’arresto, emesso il 2 novembre 2023, dal Distretto meridionale del Texas del Tribunale distrettuale degli Usa. Gli Stati Uniti, come si legge negli atti, sostengono che l’uomo sarebbe colpevole di frode telematica e furto di identità aggravato, associazione a delinquere finalizzata alla frode telematica, accesso non autorizzato a computer protetti. Come scrive la giudice di Milano Tallarida, che ne ha disposto la custodia in carcere, «il ministero dell’Interno ha comunicato che l’autorità statunitense ha emesso il provvedimento» sulla base di un’inchiesta dell’Fbi da cui «è emerso che Xu Zewei ha preso parte, insieme ad altri connazionali cittadini» cinesi ad una «associazione a delinquere finalizzata a rubare informazioni tramite l’accesso non autorizzato a computer, tra cui quelli di varie università e centri di ricerca scientifica, ubicati negli Stati Uniti e altrove». E secondo l’Fbi, avrebbe agito in questa «attività di intrusione informatica per conto di autorità appartenenti al governo cinese».

Il sequestro del cellulare per la ricerca di informazioni utili

Al cittadino cinese è stato anche sequestrato il telefono con l’obiettivo di trovare «dati utili all’accertamento dei fatti». Secondo la giudice non ci sarebbe un «concreto pericolo di fuga», dato che l’uomo «era appena giunto in Italia» con un volo da Shanghai e «non risulta avere alcun radicamento» nel Paese d’arrivo. Per domani mattina, martedì 8 luglio, è fissata l’udienza solo per «l’identificazione personale e l’eventuale consenso all’estradizione». Poi, il procedimento proseguirà e potrebbe durare anche diverse settimane.

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