Sciopero dei treni, ritardi fino a 120 minuti e cancellazioni in tutta Italia. Disagi a Roma Termini


Giornata difficile per pendolari e viaggiatori: è in corso lo sciopero nazionale del trasporto ferroviario, indetto dai sindacati di base, che sta causando ritardi e cancellazioni in tutta Italia, con effetti particolarmente pesanti sulla stazione di Roma Termini, cuore della mobilità ferroviaria del Paese. La protesta è iniziata alle 21 di ieri e si protrarrà fino alle 18 di oggi, lunedì 8 luglio. Nelle prime ore della mattinata, lo sciopero ha già provocato ritardi significativi per i treni di Trenitalia e Italo. Con ritardi compresi tra i 10 e i 120 minuti. Alcuni convogli sono stati cancellati, altri hanno accumulato ritardi a catena, complicando ulteriormente la situazione. La circolazione tornerà alla normalità solo dopo le 18, ma potrebbero verificarsi ulteriori ritardi anche nelle ore successive per effetto dello smaltimento delle criticità accumulate.
Fasce di garanzia e treni regionali
Il gruppo FS ha confermato che, come previsto dalla normativa, è stata garantita la fascia oraria dei servizi minimi essenziali fino alle 9, utile soprattutto per i pendolari. Tuttavia, dopo quell’orario, la circolazione è stata fortemente ridotta su molte tratte regionali, con numerosi treni soppressi o limitati. I disagi si stanno facendo sentire in modo particolare nel nodo romano. Ma anche in altre grandi stazioni italiane come Milano Centrale, Firenze Santa Maria Novella e Napoli Centrale. Trenitalia e Italo hanno invitato i viaggiatori a verificare lo stato del proprio treno sui rispettivi siti web e app ufficiali. O a rivolgersi al personale presente nelle stazioni.
Le ragioni della protesta
I sindacati di base (tra cui USB, SGB e Cub Trasporti) hanno indetto lo sciopero per protestare contro le condizioni di lavoro del personale ferroviario. Chiedendo maggiori tutele per la sicurezza, aumenti salariali e una revisione dei turni, ritenuti insostenibili. La mobilitazione mira inoltre a contestare le politiche di liberalizzazione del trasporto ferroviario, che, secondo i sindacati, avrebbero aggravato la precarietà e peggiorato il servizio.