Pd, un registro elettronico per tracciare l’orario dei dipendenti. Scotto: «Il tempo del lavoro non può mangiarsi quello della vita»


Un registro elettronico nazionale per tracciare le presenze lavorative, verificare il rispetto dell’orario di lavoro e contrastare abusi e sfruttamento. È la proposta di legge depositata dal Partito democratico alla Camera, a firma del capogruppo in commissione Lavoro Arturo Scotto. Un’iniziativa che guarda al modello spagnolo del governo guidato da Pedro Sánchez e punta a introdurre in Italia misure simili: diritto alla disconnessione, monitoraggio digitale delle ore effettivamente lavorate, trasparenza nei rapporti tra aziende e dipendenti.
Dati trasmessi in tempo reale
In un’intervista rilasciata a Today.it, Scotto spiega che le aziende dovranno trasmettere in tempo reale i dati relativi alle presenze giornaliere dei lavoratori, mentre i dipendenti riceveranno mensilmente un riepilogo orario allegato alla busta paga. I dati saranno conservati per almeno cinque anni con il coinvolgimento di sindacati e dell’Ispettorato nazionale del lavoro, oltre alla creazione di un fondo pubblico per aiutare le imprese ad adeguarsi ai nuovi strumenti digitali.
«Il tempo del lavoro non può divorare quello della vita»
«Oggi – aggiunge Scotto – in molte aziende non vengono rispettate le norme in materia di durata giornaliera della prestazione lavorativa, così come sarebbe più che diffusa la pratica di applicare falsi rapporti di lavoro a tempo parziale dietro i quali, in realtà, si celerebbero rapporti di lavoro a tempo pieno o, ancora, casi di mancato riconoscimento degli straordinari o di lavoro notturno. Il tempo del lavoro non può divorare quello della vita». Il deputato dem cita anche una sentenza della Corte di Giustizia Ue che impone alle imprese un sistema certo di rilevazione delle presenze per evitare abusi. E conclude con un attacco al governo Meloni: «Parlano di boom occupazionale, ma si dimenticano che si tratta di lavoro precario, sottopagato e a basso valore aggiunto. La loro politica sul lavoro è un binario morto, come dimostra l’affossamento del salario minimo».