Ultime notizie Donald TrumpGazaJannik SinnerMatteo PiantedosiUcraina
ESTERIBrasileColpo di statoDaziDonald TrumpJair BolsonaroLuiz Inácio Lula da SilvaUSA

Trump annuncia dazi al 50% per il Brasile, la lettera al presidente Lula: «Il processo a Bolsonaro è una vergogna internazionale»

09 Luglio 2025 - 23:11 Anna Clarissa Mendi
trump-dazi-brasile-processo-bolsonaro
trump-dazi-brasile-processo-bolsonaro
L'ex presidente brasiliano è in attesa di processo per vari reati legati al presunto colpo di stato del 2023. Il tycoon: «Applicheremo le tariffe anche per gli attacchi alle libere elezioni e ai diritti alla libertà di espressione»

Donald Trump ha postato su Truth la lettera inviata al presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, in cui annuncia dazi dal primo agosto al 50%, minacciando di raddoppiarli in caso di ritorsioni. Nella missiva, il tycoon critica duramente il trattamento riservato all’ex presidente Jair Bolsonaro, definendolo «un leader ampiamente rispettato». «Il modo in cui il Brasile ha trattato l’ex presidente è una vergogna internazionale. Questo processo non dovrebbe nemmeno aver luogo. È una caccia alle streghe che deve finire immediatamente!», scrive nella lettera Trump, riferendosi al processo in cui Bolsonaro è accusato di aver progettato un colpo di stato nel 2023.

«Le tariffe anche per attacchi a libere elezioni»

Trump accusa inoltre il Brasile di aver condotto «attacchi insidiosi contro le elezioni libere e contro i fondamentali diritti di libertà di espressione degli americani», riferendosi, in particolare, «alla Corte Suprema brasiliana, che ha emesso centinaia di ordini di censura segreti e illegittimi alle piattaforme di social media statunitensi, minacciandole con multe milionarie e l’espulsione dal mercato dei social media brasiliani». Per questo motivo, «a partire dal 1° agosto 2025 – prosegue – imporremo una tariffa del 50% su tutti i prodotti brasiliani esportati negli Stati Uniti, separata da qualsiasi tariffa settoriale. Le merci riesportate per eludere questa tariffa del 50% saranno soggette alla medesima aliquota».

«La tariffa è molto inferiore a quanto sarebbe necessario per garantire condizioni di parità»

Secondo il presidente americano, la tariffa del 50% «è molto inferiore a quanto sarebbe realmente necessario per garantire condizioni di parità con il suo Paese – precisa -. Ma è una misura necessaria per correggere le gravi ingiustizie dell’attuale regime». La Casa Bianca sarebbe, inoltre, pronta a correggere quella che definisce «una relazione commerciale profondamente ingiusta» tra Stati Uniti e Brasile, imponendo nuove barriere alle esportazioni brasiliane, ma lasciando aperta la porta agli investimenti interni: «Non ci sarà alcuna tariffa se il Brasile, o le sue imprese, decideranno di produrre direttamente negli Stati Uniti», ha concluso Trump, promettendo iter di approvazione rapidi per le aziende che sceglieranno di delocalizzare. Con questa mossa, il presidente americano conferma ancora una volta la sua strategia di utilizzare i dazi non solo come leva commerciale, ma anche come strumento di pressione politica contro Paesi considerati ostili, arrivando a interferire apertamente negli affari interni di uno Stato sovrano.

Lula convoca una riunione di emergenza

Il presidente del Brasile ha convocato in serata una riunione di emergenza dopo che il presidente degli Stati Uniti ha annunciato dazi del 50%. Il ministro delle Finanze, Fernando Haddad, è riunito con Lula, insieme al cancelliere verde-oro Mauro Vieira e al ministro dello Sviluppo, Industria, Commercio e Servizi, il vicepresidente brasiliano Geraldo Alckmin che, poco fa, aveva detto a Cnn Brasil di non vedere «alcun motivo per aumentare i dazi rispetto al Brasile che non è un problema per gli Stati Uniti. Quindi, è una misura ingiusta e che danneggia la stessa economia statunitense». Dopo la lettera inviata da Trump il dollaro si è rafforzato sul real di oltre il 2,3%.

Foto copertina: ANSA / EPA/WILL OLIVER / POOL POOL | Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump durante un incontro con i leader africani alla Casa Bianca, 09 luglio 2025

leggi anche