Caso Almasri, Nordio in Senato: «Unica novità è la fuga di notizie, ho detto la verità il resto sono… nuts» – Video
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, arriva al Senato poco prima delle 15 per rispondere al question time. L’accompagna la capo di gabinetto Bartolozzi che, secondo le indiscrezioni di stampa pubblicate in questi giorni, si sarebbe preoccupata di gestire in segreto i passaggi che hanno portato alla scarcerazione del militare libico Najid Osama Almasri, nonostante il mandato di arresto da parte della Corte penale internazionale. L’opposizione cavalca la vicenda da ieri e chiede le dimissioni del titolare della Giustizia che però si mostra tranquillo. «Siamo in dirittura di arrivo per una riforma epocale della giustizia. Le provano tutte per rallentarla o intimidirci a costo di inventarsi delle bufale solenni. Quello che ho detto in Parlamento» sul caso Almasri «è la verità e gli atti lo dimostrano», dice Nordio arrivando al Senato. E quando gli chiedono se potrebbero esserci dimissioni sue o di qualcuno del suo staff, risponde: «Sa cosa ha detto il generale McAuliffe all’assedio di Bastogne? Nuts», il riferimento è ad una delle battaglie più dure della seconda guerra mondiale, un modo elegante per dire “sciocchezze”.
«Chiacchiericcio infondato»
Anche in aula, sebbene gli argomenti previsti per il question time fossero altri, Nordio ha tenuto a tornare sull’argomento: «Sul caso Almasri non c’è nessuna fuga, semplicemente perché non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Quello che ho detto al Parlamento è quello che direi ancora oggi. La situazione non è mutata, il chiacchiericcio riportato dalla stampa è completamente infondato», dice alla senatrice Raffaella Paita di Italia Viva che lo accusava di voler fuggire dalla vicenda. «L’unica novità è la violazione di atti riservati, che dovrà essere oggetto di chiarimenti da parte dell’autorità giudiziaria», ha concluso Nordio.
«Voi pensate che io sia dimissionario perché questo è il vostro desiderio, ma è un wishing thinking»
Secondo le ricostruzioni giornalistiche, uno scambio di mail in cui Bartolozzi imponeva il silenzio sulla vicenda Almasri già dalla domenica successiva al suo arresto, sarebbe la prova che il ministero della Giustizia e quindi il ministro Nordio, sapevano dell’arresto del generale libico avvenuto il sabato. Se così fosse, anche al di là delle valutazioni penali in corso da parte del tribunale dei ministri, Nordio avrebbe mentito quando, riferendo alla Camera, aveva affermato di aver letto gli atti sul Almasri solo il lunedì e di non aver dato seguito alla richiesta di arresto (la conferma del ministro era fondamentale per perfezionare l’atto) perché la considerava lacunosa. «Tutto quello che è stato scritto e che ho letto in questi giorni è un po’ come le leggende, sono alcune verità corredate di molte invenzioni», dice Nordio uscendo dall’aula: «E quindi, a parte che non posso entrare nei particolari perché c’è il famoso segreto istruttorio, la parte – chiamiamola così, più succulenta – che ha sollevato tante polemiche non corrisponde a verità». Nel merito della vicenda Nordio però non entra, neanche quando Open gli chiede di confermare se quindi abbia visto gli atti solo il lunedì: «Come faccio a difendermi se non attraverso esibizione o contestazioni su fatti specifici quando un’inchiesta è in corso e stiamo per conoscere l’esito di un’inchiesta che va avanti da parecchi mesi del Tribunale dei ministri? È una situazione difficile perché la correttezza vuole che si mantenga un certo riserbo e quindi nei limiti del possibile io non parlo. Però posso dire che, lo dico chiaramente, quello che ho letto non corrisponde a verità, e al Parlamento ho sempre detto la verità. Ripeto, quando saranno esibiti gli atti, potrete vedere chi aveva ragione e chi aveva torto. L’idea delle mie dimissioni è un ‘wishful thinking’, me l’hanno chieste in inglese. Poi l’ho detto anche in latino una ‘ putant quod cupiunt’, ovvero ‘sperano quello che desiderano’». Anche al senatore Filippo Sensi che, intervenendo in aula, gli aveva annunciato che l’opposizione considera il ministro dimissionario aveva risposto più o meno con lo stesso tono: «Wishing Thinking’ (Wishful thinking ndr), in latino è ‘Putant quod cupiunt’. Voi pensate che io sia dimissionario perché questo è il vostro desiderio, ma è un wishing thinking e vi posso assicurare ‘hic manebimus optime’».