Israele sponsorizza un report contro Francesca Albanese con annunci su Google


Non c’è pace per Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i Territori Palestinesi a Ginevra, da tempo al centro di aspre critiche per le sue posizioni contro Israele e sulla guerra a Gaza, alle quali si affiancano anche quelle provenienti dalle fazioni più estreme dei sostenitori della Palestina. Di recente, il segretario di Stato americano Marco Rubio ha annunciato l’intervento sanzionatorio contro di lei da parte degli Stati Uniti. Infine, nelle ultime ore, la controversia si è spostata anche sul piano digitale, attraverso un’azione mirata da parte del governo israeliano, sfruttando le potenzialità del motore di ricerca Google.
Chi cerca il suo nome su Google potrebbe ritrovarsi come primo risultato sponsorizzato un report critico nei suoi confronti, intitolato “UN Misconduct Review: Francesca Albanese“, pubblicato dal sito governativo israeliano Govextra.gov.il. Il documento accusa la relatrice ONU di condotta inappropriata, attraverso un lungo elenco di dichiarazioni, post su X e interventi ritenuti parziali e pregiudizievoli nei confronti di Israele. Si tratta di un ulteriore tentativo evidente, come riportato anche da Fanpage, avviato dal governo di Benjamin Netanyahu, per spingere i propri messaggi istituzionali sulle piattaforme e orientare la percezione pubblica.
L’intervento israeliano potrebbe violare le policy di Google?
L’acquisto di spazi sponsorizzati di questo genere pare non potrebbero rappresentare una violazione delle policy di Google. Israele lo aveva già fatto in passato, nel 2024, acquistando spazi pubblicitari per diffondere le proprie critiche nei confronti dell’UNRWA, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi.

Affinché un’inserzione venga approvata, è necessario che il contenuto non contenga elementi dispregiativi o pericolosi, incitamento all’odio, discriminazione o denigrazione basate su etnia, religione, nazionalità, orientamento sessuale e altro ancora. Non deve includere intimidazioni o molestie, né contenuti scioccanti o violenti. A quanto pare, a seguito di una prima approvazione da parte di Google, il report non violerebbe tali condizioni.
Le conclusioni del report israeliano contro Francesca Albanese
Nelle conclusioni, il report sostiene con fermezza che la condotta di Francesca Albanese rappresenta un esempio dei rischi legati al “partigianismo ideologico” all’interno degli incarichi ONU.

Secondo il documento, si sarebbe allontanata dagli standard professionali, etici e legali attesi dagli esperti ONU, compromettendo la credibilità non solo del suo mandato, ma dell’intero sistema dei diritti umani delle Nazioni Unite. Infine, le istituzioni israeliane, attraverso il report, invitano tutte le nazioni democratiche a valutare interventi contro la condotta della relatrice “per limitare i danni”.