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Il governo tedesco prova a spegnere le ambizioni di Unicredit: «Orcel abbandoni il tentativo di scalare Commerzbank»

10 Luglio 2025 - 18:13 Alba Romano
unicredit-commerzbank
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L'istituto milanese è diventato il maggiore azionista della banca tedesca. Berlino: «Non venderemo le nostre quote»

Il governo tedesco interviene a gamba tesa nel tentativo di acquisizione di Commerzbank da parte di Unicredit. Secondo quanto riferito da Der Spiegel, l’esecutivo di Friedrich Merz avrebbe chiesto all’istituto di credito italiano di accantonare ogni velleità di acquisire la seconda banca più importante della Germania. «Ci aspettiamo che Unicredit abbandoni il suo tentativo di acquisizione. Continuiamo a sostenere una Commerzbank indipendente, […] che ha dimostrato di poter avere successo anche da sola», scrive in una lettera Lars Klingbeil, ministro delle Finanze tedesco.

La scalata di Orcel

Lo scorso autunno, Unicredit ha effettuato un importante investimento in Commerzbank, che è la seconda banca privata più grande della Germania. Nei giorni scorsi, ha annunciato di aver raddoppiato la sua partecipazione diretta nell’istituto di credito, con i suoi diritti di voto che sono passati dal 10% al 20% circa. Così facendo, la banca guidata da Andrea Orcel – che ambisce un campione bancario europeo – è diventata il maggiore azionista del gruppo quotato alla Borsa di Francoforte. Subito dopo le quote di Unicredit vengono proprio quelle del governo tedesco, che detiene il 12% delle azioni di Kommerzbank.

Il via libera della Bce, l’opposizione di Berlino

Le autorità di vigilanza del settore, tra cui la Banca centrale europea, hanno già dato il proprio via libera alla mossa di Unicredit. Berlino, però, continua a opporre resistenza e ha criticato già in diverse occasioni il tentativo di acquisizione da parte della banca milanese, definita un’operazione ostile. «Respingiamo l’approccio non coordinato e non amichevole di Unicredit. Il governo tedesco lo ha detto chiaramente anche a Unicredit. Il governo federale non venderà la sua quota», ha ribadito ancora oggi il ministro Klingbeil.

Foto copertina: EPA/Ronald Wittek

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