Abi, Patuelli: «Disinnescare i dazi, o il rischio è la recessione». Giorgetti: «Le banche tornino a fare le banche»


L’obiettivo primario è «disinnescare» il protezionismo e i dazi per evitare una «nuova recessione». Parola del presidente Abi Antonio Patuelli, che nella sua relazione all’assemblea Abi, all’università Bocconi, lancia l’allarme: «Se si sviluppassero guerre commerciali, i mercati ne soffrirebbero, aumenterebbero le incertezze per le imprese, i crediti potrebbero deteriorarsi maggiormente e le banche ne subirebbero gli effetti. Si rischierebbe una nuova recessione. Occorre disinnescare i rischi di protezionismi e nuovi dazi, misure vecchie quanto il mondo, che penalizzano il libero mercato, le crescite economiche e sociali e la prosperità globale».
Giorgetti e le banche che devono fare le banche: cioè dare credito
All’Assemblea Abi sono intervenuti anche il Governatore di Bankitalia Fabio Panetta e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Quest’ultimo ha sottlineato come «le banche continuino a meritare e coltivare la fiducia dei risparmiatori» insieme allo Stato che «non ha mancato di fare la propria parte e assolvere alla sua funzione: tutelare il risparmio, la sicurezza nazionale nella sua declinazione economica, promuovere il credito per l’economia reale». Ma per vincer e le sfide «l’Italia deve fare sistema, squadra: Governo, Autorita’ di Vigilanza, intermediari finanziari». E quindi: «Le banche approfittino di questo quadro mutato e dedichino il più possibile a fare la loro: tornino a fare le banche , ovvero a raccogliere, tutelare e prestare il risparmio, guadagnando sul classico margine di interesse». «Il governo e il Mef in questi anni hanno fatto la loro parte», sottolinea. «Dunque, mi attenderei che le banche facciano altrettanto». Hanno sì registrato un «importante rafforzamento patrimoniale e organizzativo», ma hanno anche «ridotto drasticamente la loro funzione originaria». «Dal 2011 i prestiti alle aziende, in termini nominali, si sono ridotti di un terzo», ha evidenziato il ministro, lamentando come l’attività di intermediazione creditizia abbia «ceduto il passo alla gestione patrimoniale».