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Ucraina, Trump: «A Kiev arriveranno le nostre armi, tramite la Nato, che pagherà il 100%»

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Le parole del presidente degli Stati Uniti, mentre da Mosca definiscono «inaccettabile lo schieramento di contingenti militari stranieri sul territorio ucraino»

Era già trapelata in nottata la possibilità che gli Stati Uniti potessero inviare armi all’Ucraina in maniera indiretta. E ora arriva la conferma direttamente da Donald Trump, il quale, parlando con la Nbc News ha annunciato: «Manderemo dei sistemi di difesa aerea Patriots alla Nato, e poi sarà la Nato a distribuirli». In aggiunta Trump ha specificato che saranno i paesi Nato a farsi carico dell’acquisto, coprendo le spese «al 100%». Tra i Paesi coinvolti ci sarebbero Germania e Norvegia, che nei giorni scorsi hanno espresso disponibilità a comprare batterie di sistemi antiaerei Patriot per destinarle all’Ucraina, come confermato anche da Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino, intervenuto il 10 luglio alla conferenza di Roma, aveva già anticipato che Kiev necessita di almeno dieci sistemi di difesa aerea Patriot. Secondo quanto riferito, la Germania si è detta pronta a finanziare due batterie, mentre la Norvegia sarebbe disponibile a coprirne una.

La «nuova idea» per la pace

C’è una «nuova idea» sul tavolo delle trattative per la pace in Ucraina. A dirlo è il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, che ha confermato di aver discusso dell’Ucraina nel colloquio avuto ieri a Kuala Lumpur con il segretario di Stato americano Marco Rubio. Ma quando si è trattato di chiarire in cosa consista questa presunta proposta di Mosca per sbloccare lo stallo negoziale, il capo della diplomazia russa ha scelto l’ambiguità e l’ironia. «Non ve lo dirò, non vogliamo fare una piccola sorpresa?», ha risposto con un sorriso citando le parole di Donald Trump. Una battuta che il tycoon aveva pronunciato in merito alla possibilità di nuove sanzioni contro Mosca, qualora non si aprissero spiragli verso la pace. Intanto però la tensione torna a crescere dopo le dichiarazioni di ieri di Emmanuel Macron sulla possibilità di schierare truppe europee in Ucraina. «Lo schieramento di contingenti militari stranieri sul territorio ucraino vicino alle nostre frontiere è per noi inaccettabile» ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.

Riconfermata la linea di Putin

Parlando a margine del vertice Asean, l’associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico, Lavrov ha comunque ribadito la linea esposta dal presidente Vladimir Putin, «in particolare durante il suo colloquio del 3 luglio con il presidente Trump», ossia l’intenzione di non rinunciare ai propri obiettivi. Resta da capire come la possibile nuova proposta immaginata dalla Russia possa conciliarsi con la linea dura tenuta dal presidente Vladimir Putin. Lo stesso Marco Rubio aveva fatto acceno ad una «Proposta interessante» parlando ieri del colloquio con Lavrov, ridimensionandone però la portata : «Non si tratta di un nuovo approccio, ma di un concetto diverso. È un’ipotesi che sottoporrò al presidente Trump per discuterne». La proposta in questione per Rubio non porterebbe immediatamente alla pace ma «potrebbe potenzialmente aprire la strada a un percorso».

Zelensky: «Attuare quanto concordato a Roma»

Mentre è in corso la seconda giornata della Conferenza per l’Ucraina di Roma, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, tramite un post su X, ribadisce l’importanza di «attuare il prima possibile tutto ciò che abbiamo concordato con i nostri alleati in questi giorni in Italia». Zelensky aggiunge: «L’Ucraina ha bisogno di protezione, soprattutto di difesa aerea. Droni intercettori. Ne abbiamo discusso con tutti i nostri partner. Abbiamo ricevuto segnali positivi, ed è fondamentale che questi segnali si trasformino in investimenti reali in questa tecnologia». E invoca anche un rafforzamento delle sanzioni contro la Russia: «Ci aspettiamo l’adozione di un nuovo pacchetto di sanzioni. Tutto ciò che può esercitare pressione sulla Russia e fermarla deve essere attuato il prima possibile».

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