Garlasco, l’esame sul tampone orale con Dna maschile ignoto sulla bocca di Chiara Poggi sarà replicato


Potrebbe arrivare lunedì 14 luglio la replica dell’esame sul tampone orale eseguito sul corpo di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Una verifica cruciale dopo che, nei primi test eseguiti durante l’incidente probatorio, sono emersi due profili di Dna maschile: uno attribuibile a Ernesto Gabriele Ferrari, assistente del medico legale che partecipò all’autopsia, e un secondo, ancora ignoto, che non appartiene né ad Alberto Stasi (condannato a 16 anni per l’omicidio) né ad Andrea Sempio, indagato nella nuova inchiesta. I risultati preliminari, trasmessi ieri 11 luglio a difese, accusa e parti civili, derivano da cinque campionamenti sulla garza usata in sede autoptica. Tre non hanno dato esiti utili, ma due hanno rivelato tracce maschili: una con alta compatibilità (70–80%) con Ferrari, l’altra rilevata su palato e lingua della vittima che presenta una quantità maggiore di Dna maschile, ma di origine sconosciuta.
L’esame
Sarà la genetista Denise Albani, incaricata dalla giudice Daniela Garlaschelli, a guidare la nuova fase dell’analisi. Solo con la replica dell’esame si potrà valutare se quei dati abbiano valenza scientifica piena, utile a riaprire o reimpostare il caso. Se confermata, la presenza del Dna sconosciuto obbligherebbe a confrontare i profili con tutti coloro che entrarono in contatto con Chiara o con la scena del crimine: dai familiari agli operatori del Ris di Parma, fino agli investigatori e al personale medico coinvolto. Intanto, il dubbio resta aperto: contaminazione tecnica o traccia di un presunto assassino?