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Garlasco, alla ricerca di “Ignoto 3”: al setaccio gli amici di Andrea Sempio. Il giallo della garza non analizzata. «Al tempo si cercò liquido seminale»

13 Luglio 2025 - 08:19 Stefania Carboni
Chiara Poggi
Chiara Poggi
Gli inquirenti provano a dare un volto al profilo biologico Y947. Ma le indagini sono decisamente in salita. E i tecnici che seguono genitori di Chiara sono quasi certi: quantitativo minimo

Si chiama profilo biologico Y947, il tracciato numero 1300-2-335283-114472, che individua la presenza di una terza persona sula scena del delitto di Garlasco. Individuato nella bocca delle vittima Chiara Poggi appartiene a un “Ignoto 3” sconosciuto agli investigatori. Ora gli inquirenti dovranno ricostruire il giro di relazioni dell’indagato Andrea Sempio, in quell’estate del 2007 e procedere a prelievi mirati di dna, riporta Repubblica. E non sarà affatto facile. Perché tra il materiale sequestrato a Andrea Sempio non paiono esserci riferimenti ai suoi contatti prima del 2017: taccuini, diari, è sparito tutto. I Ris potrebbero cominciare dall’amico suicida Bertani, e dai suoi parenti in vita. Ma anche dagli amici stretti: Marco Poggi e Alessandro Biasibetti (oggi frate) e ancora Freddi e Capra. Cercarli tra le conoscenze remote dell’indagato, magari all’istituto tecnico Calvi di Sannazzaro de’ Burgondi. Ex compagni di scuola, frequentatori di bar e locali a Garlasco, iscritti a corsi professionali o di krav maga. Intanto si attendono i risultati della contranalisi che arriverà nei prossimi giorni.

Il giallo dell’analisi: si cercò liquido seminale. Per quello diede esito negativo

Perché emerge un nuovo profilo genetico in un’analisi fatta nel 2007? Una spiegazione prova a darla Repubblica, che analizza la «relazione di consulenza tecnica sulle cause della morte di Chiara Poggi», stilata nel novembre 2007. A pagina 22 c’è un passaggio: «Abbiamo eseguito tamponi orofaringeo, vaginale e rettale al fine di consentire l’effettuazione di accertamenti di carattere genetico forense». È la stessa relazione a chiarire dove sono finiti i reperti: «Gli stessi, in data 17.08.2007, sono stati consegnati a personale del nucleo operativo e radiomobile dei carabinieri della compagnia di Vigevano». Cosa se ne fece? Luciano Garofano, all’epoca comandante del Ris di Parma e oggi consulente della difesa di Andrea Sempio, indagato nella nuova indagine dei carabinieri di Milano e della Procura di Pavia, spiegò di recente a “Quarto grado”: «Il Ris lo analizzò però fece una valutazione logica. “Cosa cerchiamo? Cerchiamo un uomo, quindi cerchiamo del liquido seminale”, che però dette risultato negativo. Sulla base di questo si decise di non fare un’ulteriore analisi del dna». E così quelle garze passate, in cinque diversi punti sulla bocca di Chiara, rimasero inutilizzate.

I dubbi dei Poggi: i tecnici parlano di quantitativo minimo e rischio contaminazione

E anche i Poggi dubitano si arrivi a una svolta. A parlare, sempre a Berizzi, firma del quotidiano, è l’avvocato Gian Luigi Tizzoni, che segue genitori di Chiara. «Chi vivrà vedrà, fra tre giorni sapremo se e cosa uscirà dall’attività peritale. Al momento mi pare sia emerso che un tecnico di laboratorio ha inquinato la garza del tampone. La garza analizzata — ragiona Tizzoni — è una sola, e questo dettaglio è importante per il concetto, secondo noi centrale, della contaminazione da laboratorio». Marzio Capra è il genetista che segue la famiglia dal 2007. «Ci fidiamo molto dei nostri tecnici», hanno detto Giuseppe e Rita Poggi. «Attendiamo la fine dell’attività su questo profilo, ma non prevedo sorprese al riguardo – ha dichiarato a Repubblica il consulente scientifico Marzio Capra, già vicecomandante del Ris di Parma – Si tratta di una cellula e quindi di un quantitativo minimissimo. Detta come la diciamo volgarmente in laboratorio: è un profilo “brutto”. Che quindi richiede la ripetizione del test. Il dato emerso, fin qui, è che il dna maschile è del tecnico».

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