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Giorgetti: «Dazi oltre il 10% sono insostenibili». Sul golden power: «C’è una sentenza del Tar»

15 Luglio 2025 - 20:57 Cecilia Dardana
giorgetti banche
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«È troppo importante arrivare a un compromesso ragionevole sui dazi», ha dichiarato il ministro dell’Economia all’evento per i 165 anni del Corriere Adriatico

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, parlando all’evento per i 165 anni del Corriere Adriatico, ha affrontato due temi caldi dell’attualità economico-politica: le tensioni commerciali con gli Stati Uniti e il braccio di ferro con l’Unione Europea sulla normativa golden power. Il ministro ha lanciato un doppio messaggio: sui dazi è necessario trovare un compromesso «ragionevole», e sulla sicurezza lo Stato italiano deve mantenere la sua sovranità decisionale, ribadendo il principio che «la sicurezza economica è parte della sicurezza nazionale».

La soglia del 10% sui dazi

«È troppo importante arrivare a un compromesso ragionevole sui dazi», ha dichiarato Giorgetti, sottolineando la necessità di negoziare «senza stancarsi e senza cedere di nemmeno un centimetro». Secondo il ministro, la soglia del 10% rappresenta un livello equo e gestibile per l’economia italiana e per le sue imprese: «Mi sembrava ragionevole ispirarci all’accordo che aveva fatto il Regno Unito con gli Stati Uniti. Il 10% era oggettivamente un risultato sensato. Superarlo in modo significativo diventa insostenibile». Il rischio, spiega Giorgetti, è quello di compromettere l’intera filiera del commercio estero: «Tra distributori, produttori ed esportatori, il 10% è una soglia dentro cui si può ragionare. Ma allontanarsi troppo significa perdere mercati inevitabilmente».

Le frizioni tra Ue e Italia sul golden power

Giorgetti ha poi affrontato la questione della lettera di Bruxelles sul golden power, con cui l’Ue ha messo in discussione alcune scelte italiane in tema di controllo degli investimenti strategici. La risposta di Roma, ha spiegato il ministro, sarà netta: «Risponderemo semplicemente riprendendo la sentenza del Tar che ci soddisfa pienamente e riconosce un principio fondamentale: la sicurezza economica è parte integrante della sicurezza nazionale». Il golden power, strumento che consente al governo di intervenire per tutelare asset strategici italiani da acquisizioni estere, è stato recentemente oggetto di frizione tra Roma e Bruxelles. Per Giorgetti, tuttavia, non c’è spazio per ambiguità: «Lo Stato non fa profitto. Deve garantire la sicurezza nazionale. E la sicurezza nazionale si chiama così perché riguarda il Paese, non l’Unione Europea».

Le sanzioni contro la Russia e il messaggio a Bruxelles

Nel suo intervento, il ministro ha ricordato che l’Italia ha già adottato ben 18 pacchetti di sanzioni contro la Russia proprio per motivi di sicurezza, colpendo anche settori come il parmigiano reggiano o il lusso made in Italy: «Se questo vale per l’export verso Mosca, allora deve valere anche per proteggere le nostre imprese strategiche». Infine, Giorgetti ha lanciato un monito chiaro a Bruxelles: «I principi della concorrenza sono sacrosanti, ma non sono gli unici. La sicurezza nazionale viene prima, e va valutata dal Paese, non dalla Commissione».

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