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Francesca Albanese: «Le sanzioni Usa violano la mia immunità Onu»

16 Luglio 2025 - 08:41 Alba Romano
Francesca Albanese
Francesca Albanese
Al centro della polemica le sue accuse contro Israele e le critiche all’inerzia dell’Occidente. Intanto, Onu e Unione Europea si schierano al suo fianco

Francesca Albanese, relatrice speciale dell’ONU per i diritti umani nei Territori Palestinesi Occupati, ha condannato duramente le sanzioni imposte dagli Stati Uniti nei suoi confronti, definendole una «violazione della Convenzione ONU sui privilegi e le immunità». Le dichiarazioni sono arrivate durante la sua visita a Bogotá, in occasione della Conferenza internazionale del Gruppo dell’Aia. Che è stata organizzata dal presidente colombiano Gustavo Petro per discutere di soluzioni concrete al conflitto in corso a Gaza. Albanese ha definito la decisione americana «una misura molto seria. Non ha precedenti. E la prendo molto sul serio». Le sanzioni, annunciate il 9 luglio dal segretario di Stato Marco Rubio, sono arrivate in risposta a un rapporto in cui la relatrice accusa aziende, molte delle quali statunitensi, di trarre profitto dall’«economia dell’occupazione, dell’apartheid e ora del genocidio».

Le accuse a Israele e le reazioni internazionali

Nel suo intervento a Bogotá, Albanese ha ribadito le accuse nei confronti di Israele per «lo smantellamento dell’ultima funzione dell’Onu, l’assistenza umanitaria». Sostenendo che si stia tentando di «provocare fame, spostare ripetutamente o assassinare deliberatamente una popolazione che è stata ‘marcata’ per l’eliminazione». La relatrice ha invitato la comunità internazionale a interrompere ogni rapporto con Israele. Criticando anche l’Unione Europea: «Come europea temo ciò che la regione e le sue istituzioni sono diventate per molti. Una confraternita di stati che predicano il diritto internazionale, ma che sono guidati più da una mentalità coloniale che da principi». Di fronte alla crescente pressione su Albanese, le Nazioni Unite hanno espresso preoccupazione, esortando gli Stati Uniti a revocare le sanzioni. Anche l’Unione Europea ha manifestato sostegno, dichiarando di «sostenere fermamente il sistema delle Nazioni Unite per i diritti umani».

«Un nuovo centro morale della politica internazionale»

Durante la conferenza, Albanese ha indicato nel Gruppo dell’Aia — composto da Colombia, Sudafrica, Cuba, Bolivia, Honduras, Malesia, Senegal e Namibia — una possibile alternativa all’attuale ordine internazionale. Secondo la giurista, questo gruppo potrebbe rappresentare «non solo una coalizione. Ma un nuovo centro morale nella politica mondiale». Le sue parole si inseriscono in un contesto segnato dalla prosecuzione della guerra a Gaza, esplosa dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, che ha causato oltre 1.200 vittime in Israele.

Da allora, le operazioni militari israeliane hanno provocato più di 58.000 morti a Gaza, secondo le autorità sanitarie locali. Le recenti sanzioni contro Albanese e contro giudici della Corte penale internazionale, accusati di aver preso di mira funzionari israeliani e statunitensi, vengono interpretate da molti osservatori come un segnale allarmante. «Le sanzioni sono un monito per chiunque osi difendere il diritto internazionale e i diritti umani, la giustizia e la libertà», ha concluso Albanese.

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