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L’inchiesta di Milano, la degenerazione eversiva e quei 2000 euro in chiaro per Sala – Le carte

17 Luglio 2025 - 18:10 Sara Menafra
La procura di Milano parla di corruzione diffusa nell'amministrazione di palazzo Marino e spunta un finanziamento in chiaro per il sindaco (che non è accusato di corruzione)

C’è la commissione per il paesaggio del comune di Milano al centro dell’inchiesta giudiziaria che ha terremotato palazzo Marino per l’ampio numero di indagati (tra i quali il sindaco Beppe Sala) e le tante richieste di arresto. Perché, secondo i magistrati milanesi, quella commissione, voluta e rinnovata dal sindaco ma poi chiusa dopo le prime indagini venute alla luce la scorsa primavera, operava con delle «degenerazioni eversive». 

Come funzionava

La commissione paesaggio era di fatto l’unico luogo in cui si decideva la nuova urbanistica del capoluogo lombardo, con una corsia accelerata che permetteva di non passare poi dal consiglio comunale. Per farlo, e farlo senza gara, era importante che i progetti più importanti fossero dei PPP, cioè dei partenariati pubblico privati. Se poi nel progetto c’era anche solo una parte di Edilizia residenziale sociale, il gioco era fatto perché bastava quella a giustificare l’interesse pubblico. 

Il personaggio chiave

A garantire che tutto andasse per il meglio era il presidente della commissione, Giuseppe Marinoni ed è tra l’altro proprio a questa nomina che è legata la prima accusa nei confronti di Sala, quella di «false dichiarazioni su qualità personali proprie o di altre persone», visto che il sindaco, dicono i pm, sapeva che il progettista era in conflitto di interessi. Marinoni, che nelle vita fa il progettista proprio a Milano e già per questo avrebbe dovuto evitare l’incarico agiva invece  con «l’obiettivo di attuare un “Pgt ombra» «e con alte parcelle»  e, scrive la procura, riceveva incarichi privati dai principali operatori della finanza immobiliare. E’ lui a dire al telefono, nel 2023, «Se riuscissimo a concludere anche solo metà dei lavori che abbiamo avviato in questi 6 mesi avremmo lavori per il prossimo lustro… Stiamo attuando un pet ombra e con alte parcelle”, al collega Federico Pella.

Il piano regolatore ombra 

L’affidamento da parte in particolare dell’Assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi è così totale che il comune gli affida un piano regolatore vero e proprio, lo studio su «Nodi e porte metropolitane Milano 2050”. Gratuito certo, ma di fatto una sostituzione ai poteri comunali sul tema e che mette in capo a Marinoni un potere enorme. Il progetto, scrive la procura, era una idea di «vastissima speculazione edilizia» che doveva girava attorno a «nove svincoli». L’assessore Tancredi era molto dedito all’idea, secondo l’accusa riceveva gli imprenditori negli uffici del comune e «con l’aiuto” del sindaco Sala si occupava della «rapida e concreta attuazione” dei progetti, infilando qua e là un po’ di edilizia residenziale pubblica. Operazioni, dicono ancora i magistrati di maquillage giuridico per coprire in realtà una «corruzione circolare». 

Il ruolo di Sala

In questo contesto il sindaco di Milano sembra avere soprattutto due funzioni, che corrispondono ai capi di imputazione. Dà a Marinoni l’incarico a capo della commissione, sapendo che il progettista è in conflitto di interessi, e da qui arriva l’accusa di falso. E poi, ma qui probabilmente alcune cose non sono ancora state chiarite, avrebbe partecipato ad una indebita pressione nei confronti di qualche imprenditore nell’ambito del progetto per il cosiddetto nuovo bosco botanico da sostituire al Pirellino, progetto dell’architetto Stefano Boeri. Nelle intercettazioni che finora si conoscono le pressioni, si vedrà se indebite, arrivano da parte di Boeri, che in un messaggio parla di “warning” (ma lo chiama warming) e chiede di insistere sulla commissione perché dia parere favorevole al suo progetto, nonostante i dubbi dei commissari. Dubbi che in effetti, dopo il presunto intervento di Sala e Tancredi si sciolgono, almeno parzialmente. 

I soldi

L’unico passaggio di soldi nei confronti del sindaco, che però al momento non integra accuse specifiche, riguarda un finanziamento in chiaro ricevuto nel corso della campagna elettorale. La Real Step è stata tra i finanziatori del sindaco per 2mila euro, con un finanziamento in chiaro, per la campagna del 2021. E una sua controllata al 100% la RealStep Sicaf era titolare di un progetto di Rigenerazione urbana in via Barrella 6, che doveva trasformare un palazzo industriale in un edificio con 190 appartamenti. Su questo progetto la commissione ha fatto prima un parere condizionato favorevole e poi favorevole, nel maggio 2024. Come favorevole è stato il parere per un altro progetto della Sicaf, la Cofactory Designtech, anche questo valutato favorevolmente dalla commissione. 

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