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I soldi falsi, l’auto a noleggio, la carta di credito di una ragazza: la latitanza-vacanza di Andrea Cavallari da Bologna a Barcellona

ANDREA CAVALLARI CORINALDO LATITANZA BARCELLONA
ANDREA CAVALLARI CORINALDO LATITANZA BARCELLONA
Da Bologna a Milano e poi in Costa Azzurra e a Barcellona con Ncc e BlaBlaCar. Le cifre spese in hotel e abiti griffati. L'aiuto ricevuto prima di scappare. E la caccia a una ragazza

Una latitanza-vacanza. In ciabatte da mare, bermuda e maglietta. E con un cappellino da baseball in testa. Andrea Cavallari, 26 anni, condannato a 11 anni e 10 mesi per omicidio preterintenzionale in relazione alla strage di Corinaldo, a Barcellona ha speso in hotel e abiti griffati una cifra spropositata. In alcuni casi pagando con banconote false. E adesso gli inquirenti dovranno capire se qualcuno lo ha aiutato a partire dal 3 luglio scorso. Ovvero da quando, dopo aver discusso la tesi di laurea in scienze giuridiche, ha deciso di evadere dal carcere della Dozza. Una fuga durata due settimane.

Da Bologna a Barcellona

Secondo gli investigatori Cavallari si è spostato da Bologna a Barcellona con taxi, Ncc e BlaBlacar. Il 26enne nato a Bomporto non ha la patente e anche quando era il capo della banda dello spray al peperoncino del modenese si faceva sempre accompagnare. Dagli altri componenti, dalla fidanzata o da autisti che pagava con i proventi delle rapine. Alle 15 del 3 luglio ha salutato i familiari fuori dal ristorante bolognese The Man of the sea dicendo che aveva un appuntamento proprio con la fidanzata. Con la quale invece si erano lasciati da anni. Da lì è arrivato a Milano. Dove avrebbe trovato il primo aiuto. Poi ha raggiunto la Spagna passando per la Costa Azzurra. E pagando in contanti. L’intera somma di 800 euro che gli agenti della «squadra catturandi» della Policia Nacional gli hanno trovato addosso quando lo hanno arrestato all’uscita dell’hotel a Lloret de Mar era costituita da banconote false.

Le telefonate e le visite

Intanto gli investigatori hanno consultato le banche dati del carcere. Dalle quali è emersa una rete di contatti, di telefonate, di visite, di persone con cui parlava durante l’ora d’aria. Cavallari aveva con sé una carta d’identità falsa con le generalità di Antonio Saitta. A tradirlo anche l’analisi delle celle agganciate all’utenza del cellulare che aveva quando è stato preso. Oggi l’ex latitante sarà a disposizione del magistrato dell’Audiencia Nacional che dovrà decretarne la custodia in carcere in attesa dell’estradizione in Italia. Ci vorranno fra i 10 e i 30 giorni.

La Lanterna Azzurra di Corinaldo

Cavallari è stato condannato per la strage della discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, a dicembre del 2018, dove schiacciati dalla calca morirono 5 ragazzini e una mamma. Cavallari era il capo della banda (tutti ventenni) che, dopo aver strappato le catenine d’oro dal collo dei loro coetanei, spruzzavano lo spray urticante per dileguarsi. Il telefonino aveva la scheda intestata a una persona inesistente. E la carta di credito elettronica registrata sul telefono era una ricaricabile a nome di una ragazza italiana. Cavallari aveva anche un telefono in cella. Probabilmente glielo avevano dato alcuni detenuti albanesi che soggiornavano con lui alla Dozza. Alla stazione di Bologna è stato accompagnato da un amico che lo ha raggiunto al ristorante.

L’auto a noleggio

Qui ha preso a noleggio un’auto con autista e si è fatto portare a Milano. Gli investigatori hanno scoperto che domenica scorsa ha dormito a Barcellona, poi è partito per la costa come un normale turista. Ora parte la caccia a chi lo ha aiutato.

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