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Gaza, saltano i negoziati. La furia dell’inviato Usa Witkoff: «Colpa di Hamas». Macron: «A settembre la Francia riconoscerà la Palestina»

24 Luglio 2025 - 22:00 Alba Romano
Gaza, palestinesi in coda per il cibo
Gaza, palestinesi in coda per il cibo
A far saltare il possibile accordo la richiesta di rilasciare più palestinesi rispetto a quelli previsti in precedenza. La «chiamata d'emergenza» tra Germania, Francia e Regno Unito

L’inviato speciale della Casa Bianca per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ha annunciato l’interruzione dei colloqui in Qatar per il cessate il fuoco a Gaza perché Hamas «non agisce in buona fede». Witkoff ha detto che l’ultima risposta data da Hamas «mostra una mancanza di volontà di raggiungere il cessate il fuoco». L’inviato di Donald Trump ha inoltre dichiarato che gli Stati Uniti «prenderanno in considerazione opzioni alternative» per riportare a casa gli ostaggi israeliani. La notizia del fallimento dei negoziati arriva dopo la proposta di Hamas che, secondo un alto funzionario israeliano citato dal giornalista Axios Barak Ravid, avrebbe chiesto 900 palestinesi in più per i 10 ostaggi concordati.

La «chiamata d’emergenza» tra Regno Unito, Germania e Francia

Il prossimo settembre all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, Emmanuel Macron ha annunciato che la Francia riconoscerà lo Stato di Palestina. Dopo il fallimento dei negoziati in Qatar, il presidente francese con il premier britannico Keir Starmer e il cancelliere tedesco Friedrich Merz hanno programmato una «chiamata di emergenza» sulla crisi a Gaza. Una chiamata in cui i tre leader discuteranno quali misure «possono essere prese con urgenza per fermare i massacri e fornire alla popolazione il nutrimento di cui ha disperatamente bisogno», ha spiegato Starmer, ribadendo la necessità di un cessate il fuoco che «ci metta sulla via del riconoscimento di uno Stato palestinese».

La Francia pronta al riconoscimento dello Stato di Palestina

Riconoscimento che sui social Macron ha già deciso di concedere in tempi brevissimi: «L’urgenza oggi è che cessi la guerra a Gaza e che la popolazione civile sia soccorsa. La pace è possibile. Occorre immediatamente un cessate il fuoco, la liberazione di tutti gli ostaggi e un aiuto umanitario massiccio alla popolazione di Gaza. Bisogna anche garantire la smilitarizzazione di Hamas, proteggere e ricostruire Gaza. Bisogna infine costruire lo Stato di Palestina, assicurarne la vitalità e permettere che, accettando la sua smilitarizzazione e riconoscendo pienamente Israele, esso partecipi alla sicurezza di tutti in Medio Oriente. Non ci sono alternative. I francesi vogliono la pace in Medio Oriente. Spetta a noi francesi, insieme agli israeliani, ai palestinesi, ai nostri partner europei e internazionali, dimostrare che è possibile. Alla luce degli impegni che il Presidente dell’Autorità palestinese ha assunto nei miei confronti, gli ho scritto la mia determinazione ad andare avanti. Fiducia, chiarezza e impegno. Vinceremo la pace».

La proposta di Hamas e la fine dei negoziati

«Hamas chiede a Israele di rilasciare 200 palestinesi condannati all’ergastolo per aver ucciso israeliani e altri 2.000 palestinesi arrestati a Gaza dopo il 7 ottobre, in cambio del rilascio di 10 ostaggi vivi nell’ambito di un accordo di cessate il fuoco». Lo ha scritto il giornalista di Axios Barak Ravid citando un alto funzionario israeliano e una fonte a conoscenza dei dettagli, sottolineando che la richiesta di Hamas è apparsa nella risposta che l’organizzazione ha inviato a Israele ieri sera, mercoledì 23 luglio, tramite i suoi mediatori. Si tratta, come spiega Ravid, di una riapertura da parte di Hamas della questione del numero di prigionieri palestinesi da rilasciare per ogni ostaggio israeliano. La proposta originale accettata da Israele includeva il rilascio di 125 palestinesi condannati all’ergastolo e di altri 1.200 palestinesi arrestati dall’Idf a Gaza dopo il 7 ottobre. Secondo Axios, dopo aver ricevuto la risposta di Hamas, alti funzionari israeliani hanno dichiarato all’inviato statunitense Steve Witkoff che la richiesta di Hamas era «inaccettabile».

Le dichiarazioni di Witkoff: «Hamas si è rivelata egoista»

«Sebbene i mediatori abbiano compiuto grandi sforzi, Hamas non sembra coordinarsi o agire in buona fede», ha affermato Witkoff nella sua dichiarazione ufficiale. «Valuteremo ora opzioni alternative per riportare a casa gli ostaggi e cercare di creare un ambiente più stabile per la popolazione di Gaza».
Secondo il portavoce della casa Bianca sarebbe «una vergogna che Hamas abbia agito in questo modo egoista». L’obiettivo degli americani, tuttavia, sarebbe sempre il raggiungimento della pace. «Siamo determinati a porre fine a questo conflitto e a raggiungere una pace duratura a Gaza», ha sottolineato l’inviato. Witkoff non ha fornito dettagli su quali «opzioni alternative» potrebbero prendere in considerazione gli Usa. Un’ipotesi è che la dichiarazione sia un tentativo di aumentare la pressione sul gruppo terroristico affinché scenda a compromessi.

Witkoff in Sardegna e la scelta della Gallura

Nelle prime ore del pomeriggio l’inviato della Casa Bianca Steve Witkoff è arrivato in Sardegna con l’obiettivo è quello di portare avanti le fasi preliminari dei negoziati di pace su Gaza e sul rilascio degli ostaggi incontrando il ministro israeliano Ron Dermer e il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani. Secondo quanto appreso, i colloqui si sono svolti a bordo di uno dei mega yacht ormeggiati davanti alla costa della Gallura, lussuosa meta preferita dai vip e per lui sarebbe stato allertato uno degli alberghi esclusivi della Costa Smeralda che potrebbe avere riservato una delle camere. Witkoff ha incontrato il ministro israeliano Ron Dermer e il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani per trovare un eventuale accordo tra Israele e Hamas sulla tregua a Gaza e sul rilascio degli ostaggi. È possibile che la scelta della Gallura come luogo dell’incontro sia stata opera dal Qatar. Il Paese, attraverso il suo fondo sovrano e il braccio operativo Qatar Holding, detiene infatti la proprietà di buona parte degli alberghi di lusso della Costa Smeralda. A Olbia è anche presente l’ospedale privato Mater Olbia, nato in collaborazione tra Qatar Foundation Endowment e Fondazione Policlinico Universitario.

Israele valuta la proposta di una tregua, ma il ministro Ben-Eliyahu dice: «Tutta Gaza sarà ebraica»

Secondo i media locali, l’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe confermato di aver ricevuto l’ultima risposta di Hamas alla proposta di un accordo di cessate il fuoco e di rilascio degli ostaggi, aggiungendo che stava esaminando il documento. Secondo quanto dichiarato da una fonte israeliana al Times of Israel, la risposta aggiornata di Hamas è «praticabile». Altri funzionari israeliani – riferisce la tv Channel 12 – parlano invece di «progressi non significativi» per «l’irrigidimento delle posizioni di Hamas» sui punti principali degli accordi. In effetti, è di pochi istanti fa la dichiarazione del ministro israeliano Amihai Ben-Eliyahu, che ha affermato che: «Tutta Gaza sarà ebraica… il governo sta spingendo affinché Gaza venga cancellata. Grazie a Dio, stiamo estirpando questo male. Stiamo spingendo la popolazione che si è istruita sul Mein Kampf». Ben-Eliyahu fa parte della destra ultranazionalista ed è stato citato dal giornalista Axios Barak Ravid du X.

La posizione dell’Ue: «C’è ancora molto da fare»

Intanto, a Bruxelles sono giunte le prime notizie sul rispetto dell’intesa, che uno dei portavoce della Commissione incalzato dalla stampa ha commentato così: «Israele ha compiuto alcuni sforzi sulla base dei parametri concordati. Il numero di camion che entrano a Gaza è aumentato, sono stati aperti nuovi attraversamenti e percorsi e le scorte di carburante sono aumentate, ma la situazione rimane disastrosa. C’è molto, molto da fare ancora». Sempre secondo quanto riportato, ieri, mercoledì 23 luglio, gli ambasciatori dell’Ue avrebbero ricevuto il primo aggiornamento sull’attuazione degli impegni umanitari di Israele. «I civili di Gaza soffrono da troppo tempo e in modo eccessivo. È giunto il momento di interrompere il ciclo di sofferenza e il ciclo di violenza deve fermarsi ora, Israele deve dare seguito alle sue promesse», ha evidenziato il portavoce.

L’appello dei giornalisti: «Fateci entrare e uscire da Gaza»

La situazione nella Striscia è sempre più critica anche per i professionisti dell’informazione che lavorano sul campo. Così alcuni delle agenzie d’informazione più importanti a livello internazionale, come Afp, Ap, Reuters e Bbc hanno chiesto a Israele di «permettere ai giornalisti di entrare e uscire da Gaza». Nel comunicato congiunto, le agenzie hanno ribadito che «i giornalisti devono affrontare molte difficoltà in una zona di guerra. Siamo profondamente preoccupati che la fame ora minacci la loro sopravvivenza».

L’iniziativa solidale di Coop e Medici Senza Frontiere

Dal 29 luglio al 30 settembre 2025, inoltre, Coop avvierà la raccolta fondi #CoopforGaza, un’iniziativa solidale a favore della popolazione di Gaza. La campagna nasce su richiesta di Medici Senza Frontiere, con l’obiettivo di potenziare le strutture sanitarie gestite o supportate dall’organizzazione medico-umanitaria nella zona colpita dal conflitto. Alle donazioni dei soci e dei consumatori si affiancherà un primo contributo diretto di Coop pari a 500.000 euro. Con questa iniziativa, Coop auspica la cessazione della violenza nella Striscia e il rilascio degli ostaggi israeliani ancora detenuti dopo l’attacco del 7 ottobre.

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