Meloni in copertina su Time: «Difendo l’identità italiana. Il mio governo ricorda davvero il fascismo?»


Giorgia Meloni torna sotto i riflettori internazionali, stavolta in prima pagina di Time, con un’intervista a tutto campo in un lungo articolo. Il settimanale statunitense le dedica la copertina con il titolo «Where Giorgia Meloni Is Leading Europe», ossia “Dove Giorgia Meloni sta guidando l’Europa”, tracciando un profilo che racconta la sua ascesa, la sua agenda e il suo credo politico
Il «globalismo omogeneizzante»
«Prima di tutto dobbiamo difendere ciò che siamo: la nostra cultura, la nostra identità, la nostra civiltà» afferma la premier nell’intervista, tornando su uno dei cavalli di battaglia del suo discorso politico. Secondo Meloni, la sfida contemporanea è resistere a un «globalismo omogeneizzante» che appiattisce le identità nazionali, pur dichiarandosi favorevole all’integrazione europea, purché «non annulli le differenze». Durante il colloquio, Meloni chiede direttamente all’intervistatore, il giornalista Massimo Calabresi: «Sei una persona onesta. C’è qualcosa del fascismo che la mia esperienza ti ricorda, in quello che faccio al governo?». Un passaggio che, sottolinea il settimanale, è sintomo dei continui richiami al fascismo a cui è sottoposta Meloni e il suo partito.
No alle quote di genere
Meloni difende un nazionalismo “difensivo”, come risposta a una globalizzazione fallita. «Voglio ricostruire l’orgoglio di essere ciò che siamo, a qualunque costo». Un messaggio che si intreccia con le dichiarazioni del suo consigliere politico, Giovanbattista Fazzolari, secondo cui Fratelli d’Italia è «il partito che oggi raccoglie i patrioti moderati», al di là delle loro origini politiche. Prima donna a capo di un governo italiano, Meloni respinge però l’idea delle quote di genere come strumento utile: «Ho dovuto affrontare stereotipi ridicoli, ma non penso che servano interventi calati dall’alto per correggere queste discriminazioni».
La politica estera e il rapporto con Trump
Sul fronte internazionale, Meloni ribadisce il sostegno all’Ucraina e la stima per Volodymyr Zelensky, difendendone la causa anche nel suo recente incontro con Donald Trump: «Lui è un combattente, e io sono una combattente», sintetizza. Il dialogo tra i due, secondo Meloni, è stato diretto ma non conflittuale. Nell’intervista Meloni respinge anche gli attacchi più ricorrenti: «Mi hanno accusato di tutto, dalla guerra in Ucraina alle morti nel Mediterraneo, solo perché non hanno argomenti». E aggiunge: «Non sono razzista, non sono omofoba, non sono tutto quello che hanno detto di me».