Ultime notizie DaziDonald TrumpGazaUcraina
ATTUALITÀSanitàTrevisoVeneto

Le diagnosticano un’afta in gola ma era un carcinoma, Monica Favaro stroncata dal tumore: «Anche il chirurgo ha pianto»

04 Agosto 2025 - 09:09 Alba Romano
monica favaro afta mal di gola tumore morte
monica favaro afta mal di gola tumore morte
Il decesso solo due mesi e mezzo dopo la scoperta

Un semplice fastidio alla gola, uno di quelli che tra inverno e primavera sono abbastanza comuni. Questo, però, non ne voleva sapere di passare. Il medico di base di Monica Favaro, 63enne collaboratrice scolastica di Mogliano Veneto, l’aveva visitata diagnosticando un’afta ma le cure prescritte non funzionavano. Dopo qualche ecografia, la diagnosi è cambiata radicalmente: «Carcinoma al quarto stadio non operabile». Venerdì 1 luglio, dopo due mesi e mezzo, Monica Favaro è deceduta all’ospedale di Treviso.

I primi interventi e i due mesi di cure: «Aveva molta paura»

A raccontare al Messaggero la storia della 63enne è il figlio Lorenzo: «Il 9 luglio le è stato fatto un intervento salvavita», dice. «I medici però si sono trovati davanti una situazione ancora più delicata e grave del previsto». A quel punto Monica Favaro inizia a fare i conti con la sua nuova realtà: «L’avevano avvisata del fatto che non sarebbe stato facile il processo di guarigione e lei l’aveva presa bene, anche se le speranze sono da subito sembrate poche», continua il figlio Lorenzo. «Non lo dava a vedere ma credo avesse molta paura». Rifiuta anche la proposta del figlio di trasferirsi da lui: «Mamma non voleva che la malattia pesasse ai suoi piccoli nipoti». L’ultimo mese la 63enne lo ha passato nel reparto Terapia intensiva dell’ospedale di Treviso.

Chi era Monica Favaro: i nipotini, le cure e il pianto del chirurgo

Monica Favaro sarebbe andata in pensione tra cinque anni. Lavorava alle scuole elementari “Dante Alighieri” di Mogliano Veneto dopo una carriera come assistente scolastica nel Trevigiano: prima a Frescada, poi a Preganziol. «L’età stava avanzando, era un po’ stanca», racconta Lorenzo. «Ma lei amava tanto i bambini. Addirittura, per alcuni anni d’estate partiva per la Toscana ad aiutare i bambini orfani dell’Associazione “Gli amici della Zizzi”». Amava particolarmente i due nipotini, Leonardo e Mattia: «Portava sempre con sé le foto e le mostrava a tutti, anche in ospedale. Diceva “questi sono i miei adorati nipoti”. Quando è morta, ho visto il chirurgo piangere: sono stati angeli, non è scontato».

leggi anche