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Simonetta Cesaroni, il dossier ritrovato dopo 35 anni: «Indizi sull’assassino»

07 Agosto 2025 - 06:15 Alba Romano
Un documento nel quale si parla di nomi, società e interessi che intrecciano l'Aiag e i servizi segreti

Simonetta Cesaroni, 20enne romana che lavorava nell’ufficio della sede regionale dell’Associazione italiana alberghi della gioventù due pomeriggi a settimana è stata uccisa in via Poma il 7 agosto 1990. E Il Messaggero oggi racconta di un documento che risale al settembre 1994 ritrovato e pubblicato da Giacomo Galanti e Gian Paolo Pellizzaro. Nel quale si parla di un «reticolo di nomi, società e interessi che da via Gradoli passa per via Poma e arriva all’Olgiata e ha sempre come punto di riferimento alcune strutture e alcuni uomini degli apparati di sicurezza».

Il dattiloscritto

Pellizzaro lo aveva scritto e poi passato al pubblico ministero dell’epoca Settembrino Nebbioso. Nel dossier c’è la lista delle persone che lavoravano nell’appartamento di via Poma nel 1990. Nel 1997 la lista venne consegnata ma con il buco di presenze dal 10 luglio al 13 novembre. Simonetta lavorava lì da metà giugno. Quel pomeriggio qualcuno era in ufficio con Simonetta. Ma le presenze erano sparite. Sono state ritrovate nell’autunno 2024 dal padre Claudio Cesaroni. E allegate all’opposizione alla richiesta di archiviazione da parte della procura.

Proprio quel documento ha portato l’ufficio del Gip a chiedere di indagare di nuovo sull’Aiag. La persona che avrebbe dovuto fare il recupero pomeridiano quel pomeriggio, agli inquirenti disse che in realtà il giorno del suo recupero era il mercoledì. Il 7 agosto, secondo il suo racconto, sarebbe stata in ufficio fino a poco dopo le 14 (prima che arrivasse Simonetta) e poi avrebbe passato il resto del pomeriggio e la sera con i genitori.

Alibi mai verificato

Un alibi mai verificato. «Solo dei professionisti potevano modificare e inquinare a tal punto la scena del delitto e innescare tutte quelle trappole investigative (che hanno portato prima all’arresto del portiere Pietrino Vanacore, poi alle accuse contro quest’ultimo e Federico Valle)», è la tesi di Pelizzaro. Secondo il quale l’Aiag interessava ai servizi segreti perché monitorava gli studenti italiani e stranieri. L’omicidio di Simonetta «deve aver messo in allarme questa delicata struttura occulta». La notizia della morte della 20enne avrebbe portato a cercare negli archivi dell’Aiag, quindi era necessario “bonificare” la scena.

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