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Le Olimpiadi Milano-Cortina e l’incubo disastro dei cantieri: quali opere saranno pronte e quali solo un anno dopo i Giochi (o più in là)

21 Agosto 2025 - 14:22 Ugo Milano
Milano Cortina 2026 lavori
Milano Cortina 2026 lavori
Gli impianti di gara ci saranno e alcune infrastrutture saranno solo “funzionanti” entro febbraio. Ma molte opere saranno completate nel 2027 o oltre. Dai trampolini storici alla mobilità di Cortina, ecco il cronoprogramma aggiornato

Manca meno di mezzo anno all’apertura delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026. La fiamma olimpica si accenderà il 6 febbraio, ma non tutti i cantieri stanno viaggiando alla stessa velocità. La precedenza è stata data alle piste e ai campi necessari per le gare. Tuttavia, alcune opere saranno pronte solo parzialmente, altre verranno ultimate nei mesi successivi. Molte, invece, non vedranno la luce prima del 2027. A subire più ritardi – almeno guardando alla parte veneta del progetto – saranno gli interventi di “legacy”, cioè quelli pensati per lasciare un’eredità al territorio, che slitteranno ancora di anni. Il bilancio è chiaro: i Giochi si faranno, ma l’immagine di un sistema efficiente e pronto all’appuntamento rischia di essere compromessa.

Le opere pronte in tempo

A Cortina, la pista da bob – uno dei simboli più discussi di questa edizione – sarà pronta il 5 novembre, a ridosso della data di apertura, dopo mesi di polemiche e un costo lievitato a oltre 118 milioni di euro. Funzioneranno in tempo anche gli impianti a fune, ma il cantiere resterà formalmente aperto fino all’estate 2026. Stesso destino per l’area dello storico trampolino olimpico del 1956, destinata a diventare Medal Plaza: le premiazioni si svolgeranno altrove, perché la chiusura definitiva del cantiere è fissata a giugno. Anche la ristrutturazione dell’ex panificio, parte del villaggio olimpico, sarà completata solo parzialmente: la parte essenziale sarà pronta a gennaio, mentre gli altri lavori si chiuderanno a marzo. Ma per quanto riguarda il Veneto, 7 opere su 25 non saranno pronte entro la data d’avvio. E almeno 4 di quelle «concluse» in tempo lo saranno solo parzialmente, in base a quanto riportato dal Corriere del Veneto .

Strade e viabilità

Il cronoprogramma è indietro sulle opere di lungo periodo. Le varianti stradali di Cortina e Longarone, attese da decenni, non vedranno la luce prima del 2029 e del 2032. La mobilità integrata da oltre 100 milioni, con parcheggi e collegamenti, sarà consegnata solo nel 2028. Piazza Mercato a Cortina e il memoriale dedicato al campione Eugenio Monti arriveranno nel 2027, assieme alla foresteria per atleti e tecnici. Tutto questo significa che buona parte dell’eredità promessa dalle Olimpiadi sarà visibile solo anni dopo l’evento.

Il problema delle frane blocca i cantieri

Intanto, il Bellunese continua a fare i conti con le frane. Negli ultimi mesi, quattro smottamenti hanno interessato la statale Alemagna, la stessa strada su cui devono passare opere fondamentali per i Giochi. Anas e Simico hanno in programma tre svincoli per un valore complessivo di 250 milioni, oltre alle due varianti principali. Ma i rischi idrogeologici, denunciati da anni da cittadini e comitati, stanno rallentando ulteriormente i lavori. Le frane di giugno e luglio, l’ultima delle quali ha costretto a chiudere la strada tra San Vito e Cortina, hanno reso evidenti fragilità che peseranno anche dopo le Olimpiadi.

La riqualificazione delle stazioni ferroviarie

Qualcosa però si è mosso. Rfi ha rispettato i tempi, completando la riqualificazione di quattro stazioni ferroviarie nel Bellunese. Anche il lotto zero della variante di Cortina sarà consegnato, almeno nella parte essenziale, entro marzo 2025. Ma la lista dei cantieri che proseguiranno dopo i Giochi è lunga, e mette in discussione la promessa di un evento capace di lasciare infrastrutture durature per il territorio.

Il nodo dei costi

Rimane, poi, il nodo dei costi. La Fondazione ha accumulato deficit per oltre 150 milioni, mentre la stima complessiva è aumentata di altri 180-270 milioni. Il governo ha varato nuovi fondi, ma anche il capitolo Paralimpiadi pesa: 328 milioni per un Commissario ad hoc, con il rischio di uno scorporo artificiale dei conti. In questo quadro, le Olimpiadi si avvicinano come un grande evento che si reggerà su strutture pronte a metà e su un territorio che attende ancora le opere promesse.

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