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Pavia, condannato l’ospedale sul caso del neonato schiacciato dalla neomamma. «Mancato monitoraggio»

22 Agosto 2025 - 16:56 Alba Romano
neonato schiacciato madre
neonato schiacciato madre
L'Asst Pavia dovrà liquidare 1.091.218 di euro al bambino per i danni permanenti, 100mila a ciascuno dei genitori, 25mila euro al fratello minore nato successivamente e 35mila euro a ciascuno dei quattro nonni

Sul neonato schiacciato dalla sua mamma dopo il parto all’ospedale di Vigevano c’è una sentenza di condanna. Il tribunale di Pavia ha accolto, in sede civile e in parte, la richiesta di risarcimento presentata dalla famiglia del piccolo contro la struttura sanitaria. A riportare la notizia è Repubblica. Nella sentenza si sottolinea la mancanza di un monitoraggio e il fatto che la madre non fosse stata informata sulle corrette posizioni da assumere in caso di allattamento. Per l’episodio il piccolo ha subito danni permanenti gravi. Asst è stata ritenuta responsabile dell’episodio al 50%. E per questo si è stabilito che 1.091.218 euro dovranno essere liquidati al bambino per i danni permanenti, 100mila a ciascuno dei genitori, 25mila euro al fratello minore nato successivamente e 35mila euro a ciascuno dei quattro nonni.

Il caso

I fatti risalgono al 2018. Nel processo si è ricostruita tutta la vicenda a partire dalla gravidanza, avvenuta senza problemi fino alla 37° settimana, per alcuni valori epatici alterati i sanitari avevano disposto il ricovero della donna. Dopo l’induzione al parto il piccolo è nato alle 21.10 del 7 giugno, sano, con parametri ottimali. Dopo il parto il piccolo era stato messo sul petto della mamma per favorire l’allattamento ma quello che seguì poi, secondo il tribunale di Pavia, è stata la mancanza costante di controllo da parte dei sanitari. La donna, stanca e alla sua prima esperienza è rimasta distesa sul fianco senza che nessuno l’avesse informata dei rischi. Dopo pochi minuti il piccolo non succhiava più dal seno e non reagiva. La donna ha provato più volte a chiedere aiuto, ma l’intervento dei sanitari sarebbe arrivato in ritardo. Alle 22.05 il bambino era già in arresto cardiaco. Dopo una corsa disperata al policlinico San Matteo di Pavia si è salvato, ma con gravissimi danni permanenti: encefalopatia ipossico-ischemica, paralisi cerebrale infantile, assenza di deglutizione, crisi epilettiche continue. Nel procedimento la famiglia del piccolo è stata difesa dall’avvocata Carmela De Lucia di Genova,, mentre l’Asst Pavia, titolare della struttura, è stata appresentata dall’avvocato Paolo Salvini di Torino. La sentenza è di primo grado e potrebbe essere appellata da Asst. O dalla famiglia del bimbo, che inizialmente aveva chiesto un risarcimento di tre milioni.

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