Pavia, condannato l’ospedale sul caso del neonato schiacciato dalla neomamma. «Mancato monitoraggio»


Sul neonato schiacciato dalla sua mamma dopo il parto all’ospedale di Vigevano c’è una sentenza di condanna. Il tribunale di Pavia ha accolto, in sede civile e in parte, la richiesta di risarcimento presentata dalla famiglia del piccolo contro la struttura sanitaria. A riportare la notizia è Repubblica. Nella sentenza si sottolinea la mancanza di un monitoraggio e il fatto che la madre non fosse stata informata sulle corrette posizioni da assumere in caso di allattamento. Per l’episodio il piccolo ha subito danni permanenti gravi. Asst è stata ritenuta responsabile dell’episodio al 50%. E per questo si è stabilito che 1.091.218 euro dovranno essere liquidati al bambino per i danni permanenti, 100mila a ciascuno dei genitori, 25mila euro al fratello minore nato successivamente e 35mila euro a ciascuno dei quattro nonni.
Il caso
I fatti risalgono al 2018. Nel processo si è ricostruita tutta la vicenda a partire dalla gravidanza, avvenuta senza problemi fino alla 37° settimana, per alcuni valori epatici alterati i sanitari avevano disposto il ricovero della donna. Dopo l’induzione al parto il piccolo è nato alle 21.10 del 7 giugno, sano, con parametri ottimali. Dopo il parto il piccolo era stato messo sul petto della mamma per favorire l’allattamento ma quello che seguì poi, secondo il tribunale di Pavia, è stata la mancanza costante di controllo da parte dei sanitari. La donna, stanca e alla sua prima esperienza è rimasta distesa sul fianco senza che nessuno l’avesse informata dei rischi. Dopo pochi minuti il piccolo non succhiava più dal seno e non reagiva. La donna ha provato più volte a chiedere aiuto, ma l’intervento dei sanitari sarebbe arrivato in ritardo. Alle 22.05 il bambino era già in arresto cardiaco. Dopo una corsa disperata al policlinico San Matteo di Pavia si è salvato, ma con gravissimi danni permanenti: encefalopatia ipossico-ischemica, paralisi cerebrale infantile, assenza di deglutizione, crisi epilettiche continue. Nel procedimento la famiglia del piccolo è stata difesa dall’avvocata Carmela De Lucia di Genova,, mentre l’Asst Pavia, titolare della struttura, è stata appresentata dall’avvocato Paolo Salvini di Torino. La sentenza è di primo grado e potrebbe essere appellata da Asst. O dalla famiglia del bimbo, che inizialmente aveva chiesto un risarcimento di tre milioni.