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Banche, così il governo vuole tassare i buyback

28 Agosto 2025 - 08:23 Alessandro D’Amato
Negli Usa è dell'1% ed è scattata dal 2022. In Francia è in vigore da pochi mesi e vale l'8%

Il governo Meloni lavora all’ipotesi di una nuova tassazione sul buyback. Ovvero l’operazione con la quale le società riacquistano azioni proprie dal mercato. E che viene utilizzata soprattutto dalle banche, prima dei dividendi. L’ipotesi, che viene riportata oggi da alcuni quotidiani, era già stata valutata negli anni passati. Ma era poi tramontata perché considerata incerta rispetto al gettito ipotizzabile. Al momento ci si trova soltanto ad una prima valutazione. Non sarebbe ad esempio stato ancora deciso se limitare l’ambito di applicazione al solo settore bancario o se estenderlo alle assicurazioni e a tutte le altre società.

Perché il governo tassa il buyback

Il buyback è uno strumento che ha acquistato sempre più spazio. Le società e le banche che lo utilizzano di fatto aumentano il valore delle azioni che rimangono in circolazione dopo l’operazione. Con meno titoli in circolazione, ogni singola azione rappresenta una quota maggiore del capitale, il suo prezzo sale, come la sua quota del monte dividendi. Al momento piani di acquisto di azioni proprie sono stati decisi da molti istituti bancari per una decina di miliardi. Negli Usa la tassa sui buyback, tecnicamente un’accisa dell’1%, è scattata nel 2022. In Francia è stata adottata da pochi mesi, ma anche con effetto retroattivo. E con un’aliquota molto più alta: l’8%.

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