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Strage Brandizzo, una mail inguaia i vertici di Rfi: «Così la morte dei cinque operai poteva essere evitata»

04 Settembre 2025 - 13:49 Davide Aldrigo
strage brandizzo stazione
strage brandizzo stazione
La società che gestisce la rete ferroviaria sapeva che la sospensione era stata annullata, ma non furono vagliate alternative. E forse non era la prima volta

Nessun stop di quattro ore e mezza, la sospensione dei treni era stata annullata e la linea era attiva. A due anni di distanza dall’incidente costato la vita a cinque operai, una mail svela che Rfi (la società che gestisce la rete ferroviaria) aveva cambiato programmi e che, molto probabilmente, la strage di Brandizzo (Torino) poteva essere evitata. Secondo le ricostruzioni, Rfi aveva scelto di annullare l’interruzione programmata per via di altri cantieri, come quelli sulla Trofarello-Asti, che portavano a dirottare treni su altre tratte. Le alternative ci sarebbero state, suggerisce lo Spresal, il servizio antinfortunistico dell’Asl To3, incaricato dalla procura di Ivrea di indagare. Ma in quella che è stata definita una «conversazione fra sordi» si arrivò solo a contrattare in diretta un stop di 90 minuti, un’interruzione insufficiente per il lavoro che si andava a fare.

La strage conseguenza di una prassi pericolosa

Ancora lo Spresal riferisce di «un modus operandi frutto di una pessima programmazione e, di fatto, tollerato». Eppure c’erano delle alternative: «Si sarebbe potuto sopprimere o limitare tali treni, ovvero modificarne percorso e/o orari. Perché ciò non è avvenuto? Per riunioni non verbalizzate, programmi che vengono modificati dopo pochi giorni e più volte al mese, mancanza di informazioni preventive che giungono quando i programmi sono già stati attivati». Un «quadro desolante», a cui si sono aggiunti «una serie di errori umani». Proprio mentre arrivava il treno, il capo tecnico Rfi Antonio Massa stava “contrattando” a voce con la capostazione di Chivasso. Secondo i tecnici dell’Asl, chiunque abbia deciso di procedere in quel modo «doveva sapere che il tempo libero da treni era molto limitato. Non solo Massa, ma anche chi si trovava nella sua linea gerarchica».

La dinamica della strage

Nella notte tra il 30 e il 31 agosto 2023, cinque operai stavano svolgendo lavori di manutenzione sui binari ferroviari all’altezza della stazione di Brandizzo, quando un treno che percorreva quella tratta – che avrebbe dovuto essere interrotta – li ha travolti e uccisi. Mentre le indagini hanno scagionato il macchinista, è ancora in corso l’accertamento di responsabilità a carico di Antonio Massa e Andrea Gibin (capo squadra della Sifiger, la ditta incaricata dei lavori). I due hanno fornito versioni contrastanti sul perché gli operai si trovassero sui binari. Massa ha sostenuto che fosse stata un’iniziativa degli operai quella di cominciare, Gibin invece dice di aver dato lui il via libera senza sapere che la tratta fosse attiva. Non passa però il sospetto che quel modo di lavorare fosse frequente: «Appare poco credibile che Antonio Massa e Andrea Gibin abbiano mandato la squadra a lavorare sui binari prima di avere l’interruzione per la prima volta e solo quella sera».

Foto copertina: ANSA / TINO ROMANO | La stazione di Brandizzo luogo della strage ferroviaria, Torino, 8 settembre 2023

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