Saviano sull’arresto dei turchi a Viterbo: «Non un attentato, ma un piano per far evadere il boss Boyun»


Per gli inquirenti italiani, una delle ipotesi più accreditate è che il commando turco fermato a Viterbo fosse pronto a colpire durante la tradizionale sfilata della Macchina di Santa Rosa. Armi semiautomatiche pronte all’uso, due fermi e poi altri cinque arresti hanno fatto ipotizzare un piano di attentato in pieno centro, con ministri e migliaia di persone presenti. Roberto Saviano, però, offre una chiave di lettura diversa. Secondo lo scrittore, quel gruppo non aveva come obiettivo i politici o la folla, ma era parte di un progetto di evasione del boss turco Boris Boyun, detenuto al 41 bis nel carcere di Mammagialla, casa circondariale nella periferia Nord di Viterbo.
I giornali parlano di attentato sventato durante la Festa di #SantaRosa a #Viterbo: secondo gli inquirenti avrebbero potuto colpire durante l’evento. Ma cosa è successo davvero?
— Roberto Saviano (@robertosaviano) September 5, 2025
Tenetevi forte perché è una storia incredibile. pic.twitter.com/FS1tMWR9w0
«Poco probabile l’attentato terroristico»
«Gli arrestati del 3 settembre erano li, con le mitragliatrici, per sparare sui politici che dovevano partecipare all’evento a Viterbo? Poco probabile. Avrebbe un attentato velocizzato l’estradizione del boss turco? Avrebbe permesso una maggiore gestione della sua esfiltrazione per farlo tornare in Turchia? No». Sono tutte ipotesi che il giornalista e scrittore non ritiene attendibili, poiché secondo lui quel commando era lì con un obiettivo preciso: assaltare il carcere di Mammagialla e far evadere il loro boss. Per sostenere la sua tesi, Saviano ricostruisce il profilo del 40enne considerato uno dei capi criminali più feroci di Istanbul: trafficante di droga, investitore in Europa, abile a diversificare gli affari tra cocaina, tratta di esseri umani e locali di lusso.
La Dalton Gang e i rapporti con Viterbo
Fondatore della Dalton Gang, come i protagonisti del cartone animato, Boyun ha costruito un impero grazie a omicidi su commissione e affiliazioni precoci tramite social network. Per questo la scelta di Viterbo non sarebbe casuale: «Le mafie italiane sono alleate da mezzo secolo delle organizzazioni turche. A Viterbo i Mammoliti hanno un ruolo e le famiglie ‘ndranghetiste stanno investendo nel turismo viterbese. Difficile che Boyun abbia scelto da solo di venire a stare in provincia Viterbo» sostenendo che il boss turco ha scelto la provincia laziale per nascondersi fuori dai radar. «Incredibile che pur sapendo che c’è questa cellula di mafia turca abbiano messo Boyun proprio in carcere lì» afferma Saviano.
I rapporti di Boyun con Erdogan
Un’altra ipotesi rilanciata da Saviano è quella secondo la quale Boyun tema l’estradizione in Turchia per le possibili ritorsioni dal presidente Erdogan: «Boyun fa finta di essere curdo per evitare di essere estradato. Nonostante i rapporti con Erdogan sembrino buoni, è tipico dei regimi punire i mafiosi che si sono fatti beccare all’estero per mostrarsi nemici del crimine. Un’estradizione sarebbe problematica perché Erdogan dovrebbe punirlo e tenerlo in prigione» conclude Saviano.