Perché Trump cambia nome al Pentagono: «Il Dipartimento della Guerra darà un messaggio forte al mondo»


Prima l’annuncio su India e Russia, ormai “perse” «a favore della Cina più oscura». Poi quello sul Pentagono, che cambia nome in Dipartimento di Guerra. Infine, la rimodulazione delle tariffe. Donald Trump sta lentamente cambiando il suo approccio alla politica estera. Forse dopo aver preso atto che i suoi sforzi «per la pace» in Ucraina e a Gaza sono falliti. E torna a mostrare la faccia brutta ai partner. Alternandola a blandizie, visto che nel frattempo ha anche deciso di cancellare i dazi ai partner commerciali che stipulano accordi sulle esportazioni industriali di nichel, oro e altri metalli, oltre che di composti farmaceutici e prodotti chimici.
Il Dipartimento della Guerra
L’annuncio del cambio di nome del Dipartimento della Difesa in Dipartimento della Guerra, spiega oggi l’Afp, è stato accompagnato da parole significative: Trump ha detto di voler inviare un messaggio di forza al resto del mondo. «Le parole contano», ha affermato il capo del Pentagono Pete Hegseth, presente insieme a Trump nello Studio Ovale. Assicurando che questo nuovo nome dovrebbe contribuire a «ripristinare un’etica guerriera». Formalmente, per il momento, si tratta di un nome “aggiuntivo”, secondo un documento distribuito dalla Casa Bianca. Poco dopo la firma dell’ordine esecutivo la scritta “Dipartimento della Difesa” è stata immediatamente rimossa da un muro del Pentagono in favore di telecamere. Anche il sito web è stato rinominato, mentre lo stesso Heghset ora si definisce “Segretario alla Guerra” nella sua bio su X.
«Troppo difensivo»
Non è la prima volta che Trump scavalca l’iter legislativo per imporre le sue idee. Quello di venerdì 5 settembre è stato il 200esimo ordine esecutivo firmato da quando è tornato alla Casa Bianca. Il progetto ripristina il nome in vigore dal 1789 al 1947. «Noi vogliamo essere offensivi, non difensivi», ha detto. La decisione è in linea con l’immagine di potere che Trump vuole dare, mentre lo sfarzo si comprende dalle modifiche strutturali effettuate alla residenza dei presidenti. Anche l’attacco alla nave nei Caraibi fa parte di questo cambio di prospettiva. L’Afp ricorda che il presidente americano ha avuto un rapporto piuttosto conflittuale con l’esercito durante il suo primo mandato. Il suo ex capo di stato maggiore, il generale Marc Milley, lo ha definito un «aspirante dittatore». Alcuni giornali gli avevano anche attribuito commenti sprezzanti sui soldati americani caduti in combattimento.
La massima letalità
Nel secondo mandato ha cambiato prospettiva. Ha riorganizzato l’esercito per circondarsi di alti ufficiali scelti da lui personalmente e messo in mano a Heghset il dossier, confidando nella sua fedeltà. Proprio Heghset ha detto che l’attuale obiettivo dell’esercito americano è raggiungere «la massima letalità, non una letalità tiepida». E ha affermato di voler andare contro il «politicamente corretto», anche in campo militare, qualunque cosa questo significhi.
La parata militare della Cina
E non è un caso che il presidente si sia mosso dopo la grande parata militare della Cina che ha visto apparentemente saldarsi l’asse tra Pechino, la Russia, la Corea del Nord e l’India. Il Nuovo Ordine Mondiale promosso da Xi Jinping evidentemente merita una risposta anche militare, è il ragionamento. Anche se poi con i giornalisti ha raffreddato la sua posizione sull’India: «Non credo che sia così. Ma sono rimasto molto deluso dal fatto che l’India acquisti così tanto petrolio, come sapete, dalla Russia. E gliel’ho fatto sapere».
Gli Usa e l’India
Trump, spiega oggi Reuters, ha raffreddato i legami tra Stati Uniti e India a causa delle tensioni commerciali e di altre controversie. E questa settimana si è detto per l’ennesima volta «molto deluso» da Putin, ma non preoccupato per i crescenti legami tra Russia e Cina. Trump è frustrato per la sua incapacità di convincere Russia e Ucraina a porre fine alla guerra, a più di tre anni dall’invasione russa dell’Ucraina. Ha anche detto che ha intenzione di parlare con Putin. Ma senza più confidare in risultati concreti per la sua azione. Visto che questi tardano ad arrivare.
Le tariffe
Intanto però è arrivata la firma su un altro ordine esecutivo significativo. Quello sui dazi. L’ultimo identifica oltre 45 categorie per l’azzeramento dei dazi sulle importazioni da parte di «partner allineati» che stipulano accordi quadro per ridurre i dazi imposti ai sensi della Sezione 232 dello Statuto sulla Sicurezza Nazionale. Nell’ordinanza, Trump afferma che la sua disponibilità a ridurre i dazi dipende «dalla portata e dal valore economico degli impegni di ogni partner commerciale nei confronti degli Stati Uniti nel suo accordo sul commercio reciproco» e dagli interessi nazionali degli Stati Uniti. I tagli riguardano prodotti che «non possono essere coltivati, estratti o prodotti naturalmente negli Stati Uniti» o che sono prodotti in volumi insufficienti per soddisfare la domanda interna.
L’oro e i metalli preziosi
Un funzionario della Casa Bianca ha affermato che l’ordinanza crea anche nuove eccezioni per alcuni prodotti agricoli, aeromobili e loro componenti, e articoli non brevettati per l’uso farmaceutico. I prodotti a tariffa zero identificati nell’ordinanza includono la grafite e varie forme di nichel, un materiale chiave nella produzione di acciaio inossidabile e per le batterie dei veicoli elettrici. Sono inoltre coperti i composti utilizzati nei farmaci generici, tra cui la lidocaina e i reagenti utilizzati nei test diagnostici medici. L’ordinanza comprende vari tipi di importazioni di oro, dalle polveri alle foglie fino ai lingotti. Un’importazione chiave dalla Svizzera, che sta lottando con i dazi statunitensi del 39% e non ha ancora raggiunto un accordo commerciale.