Nepal in fiamme, migliaia di giovani contro la classe politica: incendiati edifici governativi. Almeno 22 morti e 400 feriti – Il video
Continuano le proteste in Nepal, guidate dalla Gen Z, iniziate l’8 settembre 2025, dopo il blocco posto su decine di piattaforme social e app di messaggistica dal governo una settimana fa. I manifestanti hanno preso d’assalto il principale edificio amministrativo del governo, che comprende l’ufficio del Primo Ministro. Le sedi del Partito Comunista del Nepal (del Primo Ministro Oli) e del Nepali Congress sono state date alle fiamme. Nelle azioni di repressione da parte della polizia si contano almeno 22 morti e oltre 400 feriti a Kathmandu, dove è in corso il coprifuoco, e Itahari.
pic.twitter.com/GAIr1ikG4V— Apil Gurung (@apligrg) September 9, 2025
Le dimissioni del primo ministro Khadga Prasad Sharma Oli
La ragione principale delle manifestazioni è stata la frustrazione diffusa tra i giovani per la corruzione e il nepotismo percepiti come dilaganti nell’élite politica nepalese. La goccia che ha fatto traboccare il vaso il blocco dei social e delle app di messaggistica. Martedì il primo ministro Khadga Prasad Sharma Oli si è dimesso, spiegando che la sua decisione vuole aprire la strada a una soluzione costituzionale dell’attuale crisi, con le dimissioni del presidente Ram Chandra Paudel.
September 9, 2025
A fuoco le case del primo ministro e dei suoi predecessori
I manifestanti hanno tentato di prendere d’assalto l’edificio del parlamento, sfondando le barricate e appiccando il fuoco al cancello, l’incendio ha poi attaccato altri locali.
September 9, 2025
In seguito sono stati segnalati incendi alle case di alcuni politici a Kathmandu, inclusa quella del Primo Ministro K.P. Sharma Oli. Anche le case di due ex primi ministri, Pushpa Kamal Dahal e Sher Bahadur Deuba, sono state danneggiate, così come quella dell’ex ministro degli interni Ramesh Lekhak.
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September 8, 2025