Foto porno, orge gay e massoneria: tutta la storia della faida di Fratelli d’Italia a Prato


Ricatti, vendette e foto pornografiche. La storia della faida interna a Fratelli d’Italia a Prato è arrivata ieri a un punto di svolta. La procura guidata da Luca Tescaroli ha indagato e perquisito l’ex consigliere di FdI Claudio Belgiorno e il capogruppo in consiglio comunale del centrodestra a Empoli, Andrea Poggianti. Entrambi verranno interrogati rispettivamente il 15 e il 17 settembre. La presunta vittima è l’avvocato Tommaso Cocci, candidato (ritirato nel frattempo) al consiglio regionale sempre per FdI in Toscana. Ma la storia delle lettere anonime che accusavano Cocci di pedofilia e pedopornografia oltre che di orge gay e massoneria va raccontata dall’inizio.
Le lettere anonime
Da quasi un anno le missive arrivavano allo stesso Cocci, ai vertici del partito locali e romani e alla polizia. Tra questi la deputata di FdI Chiara La Porta, che ieri ha annunciato la sua candidatura, ma anche il sottosegretario del ministero degli Esteri, Giorgio Silli, e un’altra mezza dozzina di politici di FdI. Nelle lettere si sosteneva che «Cocci compiva atti sessuali con (…) anche minori, durante la partecipazione a orge (…) nonché che assumeva ‘cocaina e chemsex’». Poggianti e Belgiorno per i pm «avendo ricevuto o comunque, acquisito le immagini a contenuto sessualmente esplicito, ritraenti l’avvocato Tommaso Cocci (…) con la zona pubica denudata, destinati a rimanere privati, le diffondevano senza il consenso del citato Cocci, mediante l’invio di delazioni anonime destinate ai seguenti indirizzi».
La massoneria
Non solo. Il Fatto Quotidiano riporta che Belgiorno aveva riferito a un consigliere del Pd che voleva “beccare” Cocci «fuori da via Lazzerini». Via Lazzerini è la sede della Loggia Sagittario a Prato di cui Cocci è stato segretario mentre ne era maestro venerabile l’imprenditore Riccardo Bresci Matteini, indagato in un’altra inchiesta della Procura di Firenze dove si ipotizza la corruzione dell’ex sindaco di Prato del Pd, Ilaria Bugetti. È stato lo stesso Cocci, sentito dagli inquirenti, a ipotizzare che i due protagonisti dell’indagine avessero due moventi diversi. L’avvocato ha raccontato di un dialogo con una consigliera comunale del Pd, Martina Guerrini. «Mi disse di stare attento in quanto aveva saputo che circolavano delle foto mie (…) quando ricevetti il plico, chiamai in lacrime la Guerrini e fu allora che lei mi disse che a farle vedere la mia foto era stato Belgiorno. In effetti, rileggendo la mia querela di aprile, indicai anche il nome della Guerrini, tra le persone che avevano toccato il plico».
Atteggiamenti sessualmente espliciti
E ancora: «Mi disse che Belgiomo le aveva mostrato una foto mia con dei minori in atteggiamenti sessualmente espliciti nei corridoi del Comune. Allora mi tranquillizzai, perché non ho mai fatto niente con minori, quindi pensai fosse un fotomontaggio». Belgiorno, secondo Cocci, agiva «per screditarmi dal punto di vista politico in vista della prossima competizione regionale». Poggianti, invece, «ha vissuto la nostra frequentazione in modo ossessivo e non escluderei che potesse esserci una sorta di ripicca nei miei confronti». Belgiorno era finito anche nei guai per una storia di rimborsi indebiti. E riteneva che fossero stati gli stessi Cocci e La Porta a diffondere la notizia.
L’indagine su Belgiorno
Il pm di Prato Vincenzo Nitti, fa sapere ancora il Fatto, sta chiudendo le indagini di quell’inchiesta. L’accusa nei confronti di Belgiorno è che «in qualità di consigliere comunale di Prato induceva in errore Gabriele Parentela, Ad della Mi piace eventi Srl, azienda presso la quale era assunto, attestandogli falsamente di aver partecipato alle riunioni del gruppo consiliare di FdI». Secondo l’accusa Belgiorno avrebbe comunicato una quindicina di riunioni ad agosto 2021, quando il gruppo non si riuniva, e una il 7 giugno 2021 quando lui sarebbe stato invece in vacanza in Sicilia. Tutto questo, per il pm, al fine di lucrare 1.200 euro di rimborso dal comune di Prato.
La lettera anonima e la perquisizione
Durante la perquisizione una lettera anonima in una busta senza indirizzo e affrancatura è stata trovata nel cassetto della scrivania di Belgiorno. Gli investigatori dovranno adesso capire se si tratta di una fotocopia di quella da lui ricevuta, o se c’è altro, spiega il Corriere Fiorentino. I reati ipotizzati sono revenge porn e diffamazione. «Sapete chi è davvero Tommaso Cocci, candidato di punta alle regionali 2025? — era scritto nelle ultime lettere anonime — è segretario della loggia Sagittario mentre era Maestro Venerabile Riccardo Matteini Bresci. Amicizie potenti, voti, soldi e clienti cinesi sono il suo tornaconto. Fa orge gay e fa uso di droga. Voi continuate ancora a sostenerlo?».
La foto di Cocci
Lo stesso Cocci aveva ammesso che una delle foto finite nelle lettere l’aveva scattata lui a casa sua e poi l’aveva mandata a un profilo Instagram intestato a una donna. La conversazione in cui si parla di droga, riportata dal «corvo», era invece avvenuta su Telegram con il collega avvocato Poggianti con cui aveva molta confidenza. Poggianti aveva però sempre negato di averla diffusa.