La Iena Stefano Corti: «Minacce a me e ai miei figli, farò di tutto per scoprire chi è» – Il video
«Un conto è prendersela con me, un altro è minacciare i miei figli, è un comportamento da infami». Stefano Corti, volto storico de Le Iene ha deciso di raccontare pubblicamente il clima di paura che stanno vivendo lui e la sua famiglia da alcune settimane. In un video su Instagram, l’inviato ha mostrato la serie di minacce ricevute via Whatsapp, sul suo numero privato, da parte di uno sconosciuto che sostiene di sapere tutto di lui e della sua famiglia e che ha anche mostrato diverse prove per dimostrarlo.
Le foto dei figli e l’indirizzo di casa
Il primo messaggio, racconta Corti, è arrivato con una foto che lo ritrae insieme ai suoi due figli e una frase gelida che è tutto fuorché un complimento: «Complimenti per la tua famiglia…». Da lì è partita una conversazione sempre più inquietante: «Questa persona fa intendere che ci succederà qualcosa di brutto per colpa del mio lavoro alle Iene» spiega Corti. «Mi ha mandato le visure di casa mia e di (Bianca Atzei, la compagna, ndr), per farmi capire che conosce i nostri indirizzi e i nostri spostamenti». Corti, 40 anni, dice di non aver mai vissuto nulla di simile: «In dieci anni di lavoro a Le Iene non mi era mai successa una cosa del genere» e a spaventarlo di più è il fatto di non essere sempre in compagnia della famiglia sapendo di esser stato apertamente minacciato. Ma la iena promette: «Sappi che farò di tutto per scoprire chi sei»
«Vengo dalla guerra in Cecenia»
La conversazione con lo sconosciuto, mostrata integralmente nel video, ha toni sempre più minacciosi: «Non ti preoccupare chi sono io, so chi sei tu», scrive l’uomo, che dice di conoscere Bianca e racconta di venire dalla guerra in Cecenia: «Non mi spaventa nulla. Voi giornalisti in Italia pensate di essere al sicuro, ma se fate qualche cazzata non siete mai impuniti». Infine propone un incontro, fuori dall’Italia, al confine con la Croazia. Corti respinge l’invito e la conversazione si chiude a tarda notte con la proposta di un contatto telefonico che viene però rifiutata dal minacciatore.