L’ascensore segreto e la cantina per i vini: il bunker antiatomico scoperto a Torino


A Torino, l’ultima frontiera del mercato immobiliare sono i bunker antiatomici di lusso. È questo il progetto che sta portando avanti il gruppo torinese Vertico nell’ex caveau del Banco di Napoli, all’angolo tra le centralissime via Alfieri e via Arsenale. L’edificio costruito nel 1921 e sopravvissuto ai bombrdamenti del 1927 sta vivendo una fase di ammodernamento in chiave high-tech, mantenendo però le imponeneti pareti in calcestruzzo armato larghe un metro e mezzo e dotandolo di sistemi di protezione progettati secondo gli standard svizzeri. Prezzi decisamente non popolari: da 4.000 a 6.500 euro al metro quadro.
Protezione e autonomia per 30 giorni
Il bunker potrà ospitare dodici persone per trenta giorni, garantendo aria filtrata al 99,9% da particelle radioattive, virus e batteri grazie a un impianto di ventilazione con filtri a carboni attivi. Sarà dotato di porte blindate antiradiazione, valvole di sovrappressione, sistemi per garantire acqua potabile ed energia elettrica senza contatti con l’esterno e scorte di beni di prima necessità. L’obiettivo: proteggere gli occupanti in caso di emergenza nucleare o chimico-biologica. Ma nella funesta eventualità di una crisi nucleare è bene non abbandonare gli agi e ritagliarsi un momento di piacere anche a decine di metri sotto terra: tra gli optional presenti nel Bunker anche una cantinetta per i vini con trenta bottiglie e un riservatissimo ascensore, che dall’attico del palazzo in centro a Torino arriverà direttamente nelle viscere della terra.
I bunker in Italia e in Europa
Secondo l’azienda che si sta occupando della ristrutturazione, l’interesse è già alto, con richieste provenienti dai paperoni di Monaco e degli Emirati Arabi. In Italia rifugi antiatomici sono ancora rari, mentre in Paesi come Finlandia, Svezia e Svizzera fanno parte della pianificazione urbana. Con le tensioni in Europa e Medio oriente che stanno caratterizzando gli ultmi anni, progetti come quelli bunker a Torino rischiano di essere solo l’inizio di un trend detinato a crescere. Già a Brescia, per esempio, è in fase di progettazione il primo bunker antiatomico che funga anche da micro città.