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Omicidio Willy, i fratelli Bianchi in Cassazione per uno sconto di pena. Mattarella a Colleferro: «Non dimenticare, la violenza non diventi ordinaria»

16 Settembre 2025 - 12:01 Alba Romano
Ragazzo ucciso: arrestati in carcere di Rebibbia
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A cinque anni dall'omicidio di Willy Monteiro Duarte e dopo quattro gradi di giudizio non è ancora arrivata la sentenza definitiva

Un nuovo processo, il quinto, per stabilire definitivamente la responsabilità dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi nella morte di Willy Monteiro Duarte. A cinque anni dalla notte in cui il 21enne aspirante chef fu massacrato a calci e pugni in una piazza di Colleferro, la parola fine sul fronte giudiziario non è ancora arrivata. Dopo la condanna all’ergastolo per Marco e a 28 anni per Gabriele decisa a marzo dalla Corte d’assise d’appello, la Cassazione dovrà ora valutare i ricorsi delle difese. Le avvocate Ippolita Naso e Vanina Zaru chiedono rispettivamente di ricalcolare la pena di Gabriele, che secondo la difesa dovrebbe essere di 24 anni, il massimo previsto dal codice e di riconsiderare l’ergastolo inflitto a Marco, alla luce di un programma rieducativo che il detenuto avrebbe avuto difficoltà a svolgere per via dei continui trasferimenti.

Cinque anni di processi

Il percorso giudiziario è stato lungo e complesso. Dall’ergastolo inflitto in primo grado a entrambi i fratelli, alla riduzione a 24 anni grazie alle attenuanti generiche riconosciute in appello, fino all’annullamento della Cassazione che ha imposto un nuovo processo. La sentenza di marzo è quella che ha sancito la differenze di resposabilità dei due fratelli, complice anche la confessione di Marco: per lui era stato disposto l’ergastolo per Gabriele 28 anni. Definitive invece le condanne per gli altri due imputati: 23 anni per Francesco Belleggia, che ha sempre negato di aver colpito Willy, e 21 anni per Mario Pincarelli.

Mattarella a Colleferro: “Willy è un nostro ragazzo”

Oggi, nel quinto anniversario della sua morte, Colleferro ha ricordato Willy nella piazza a lui intitolata. Alla cerimonia ha presenziato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha voluto sottolineare il valore civile del giovane: «Willy è un nostro ragazzo ucciso da una violenza cieca e insensata e brutale mentre cercava di difendere un amico e di placare gli animi per evitare che si scatenasse una rissa, voleva evitare una violenza e la violenza è esplosa contro di lui». Il capo dello Stato ha poi lanciato un monito contro l’odio e la violenza: «Nelle società di oggi ritorna un clima di avversione e rancore di reciproco rifiuto che spesso sfocia nella violenza e giunge all’omicidio. Sui social e non solo su di essi vengono amplificate parole di odio che vengono accompagnate da una narrazione per generare sfiducia per provocare conflitti, divisioni e scontri».