I satelliti di Elon Musk offerti all’Italia, il documento che spiana la strada a Starlink. Il governo non ha scelta: perché anche l’Ue non può farne a meno


La società americana SpaceX di Elon Musk sta offrendo all’Italia i servizi della costellazione Starlink, nettamente superiore al progetto europeo Iris2. E Roma, così come Bruxelles, non potrà farne a meno da qui ai prossimi anni. Si conclude così la relazione annuale sulle politiche spaziali e aerospaziali del governo Meloni, messe nero su bianco dal Comitato interministeriale di Palazzo Chigi presieduto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Le anticipazioni del rapporto sono citate da Giacomo Salvini sul Fatto quotidiano, secondo cui il comitato si è più volte soffermato anche sugli investimenti in Italia di SpaceX, l’azienda del miliardario sudafricano che almeno dallo scorso gennaio sta trattando con il governo italiano per fornire i servizi dei suoi satelliti a bassa quota per il sistema di sicurezza e telecomunicazioni italiane.
L’accordo congelato da Mattarella: 1,5 miliardi sospesi
Il governo Meloni avrebbe voluto fare dell’Italia il primo Paese europeo a stringere un accordo strutturale con SpaceX ma, dopo le prime indiscrezioni che parlavano di un contratto da 1,5 miliardi, tutto è stato congelato anche per le ritrosie del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Anche Urso in questi mesi aveva manifestato dubbi sull’accordo, puntando su una filiera italiana dei satelliti. Un’idea commentata anche dal referente in Italia di Musk, Andrea Stroppa, che lo scorso maggio aveva avuto un duro scontro su X con il ministro Urso proprio sull’accordo tra il governo italiano e Starlink frenato dal ministro del Made in Italy.
Lo studio riservato: nessuno può competere con Starlink fino al 2030
A marzo il Comint si era riunito per discutere uno studio di fattibilità sulla possibilità di costruire una costellazione a bassa quota nazionale. Nel documento riservato, però, si spiegava che da qui al 2030 nessun progetto nazionale potrà colmare il divario con Starlink di Musk, che vanta già 7mila satelliti in orbita e l’obiettivo di arrivare a 40mila nel giro di pochi anni.
Le conclusioni del Comint: Starlink è superiore a Iris2
Da qui le conclusioni del rapporto del Comint, un documento di 37 pagine depositato nelle commissioni Attività Produttive di Camera e Senato. «Il 2024 è anche l’anno in cui, mentre la Ue lavora alla costellazione satellitare IRIS2, la società statunitense SpaceX offre all’Italia i servizi della propria costellazione Starlink» si legge nelle premesse. Nel rapporto, Urso definisce quest’ultima «già disponibile e in continua evoluzione» e soprattutto «nettamente superiore» a IRIS2 che non è «ancora disponibile, di respiro meno ambizioso». Dunque, continua il ministro, «si pone la questione di una strategia europea per lo Spazio ben armonizzata con quella degli Usa».
Il dominio di SpaceX è schiacciante
Il concetto viene ribadito anche nella relazione presentando il quadro globale: «SpaceX ha consolidato la sua posizione dominante sia per l’accesso allo spazio sia per la fornitura di capacità in telecomunicazioni, navigazione e osservazione, offrendo soluzioni operative al mercato italiano molto più rapide di quelle previste con il programma IRIS2 i cui tempi di realizzazione si estendono oltre il 2030».
L’industria italiana penalizzata dall’Ue
Nella relazione viene anche criticata l’Ue che starebbe penalizzando l’industria spaziale italiana. Nel 2024 è stato presentato il progetto Iris2 che prevede, da qui ai prossimi 12 anni, il lancio di 290 satelliti per un costo di 10,5 miliardi. Ma, spiega il governo, l’industria italiana è «sottorappresentata rispetto al potenziale, sollevando interrogativi sulla necessità di un maggiore allineamento tra ambizioni nazionali e partecipazione industriale europea».
La scelta inevitabile: partnership con gli Usa
Una scelta, quella di Starlink, che appare ineludibile, come si legge nelle conclusioni. Pur avendo rafforzato l’industria italiana, Urso spiega che «rimane aperta la questione del divario di capacità fra la Ue e l’alleato Usa, rappresentata con chiarezza da Starlink, e delle correlate opportunità». Una questione rilevante soprattutto dopo «un’attenta valutazione delle opzioni disponibili in termini di alleanze strategiche e nella prospettiva di preservare l’unità e l’efficacia dell’Occidente». La conclusione è stata quindi che «la Ue non potrà prescindere, a parità di prestazioni e immediatezza delle stesse, da una stretta partnership con gli Usa in settori strategici quali le Telecomunicazioni satellitari».