Ultime notizie Donald TrumpFranciaUcrainaZohran Mamdani
ESTERIErasmusEUtopiaGiovaniScuolaUnione europea

Erasmus e pensiero critico, perché la battaglia per la democrazia in Europa inizia a scuola

foto bambini primo giorno di scuola online
foto bambini primo giorno di scuola online
Il commento della vicepresidente della Commissione Ue e del ministro dell'Istruzione danese in occasione della Conferenza Ue sulla gioventù di Copenaghen

Pubblichiamo l’op-ed a firma della vicepresidente della Commissione Ue e del ministro danese dei Minori e dell’Istruzione in occasione della Conferenza dell’Ue sulla gioventù di Copenaghen

Veniamo da diverse culture e regioni di tutta Europa. Siamo cresciuti in sistemi politici diversi, con lingue diverse e storie diverse. Ma qualcosa di forte ci unisce: il sentimento di essere europei nell’anima. Di fronte all’aumento delle tensioni e dell’incertezza a livello mondiale, questo sentimento è ora più che mai prezioso.

Per questo la cittadinanza è una competenza così importante. Oltre a saper leggere e scrivere, a conoscere la matematica e la scienza e a possedere competenze digitali, tutti i giovani europei dovrebbero imparare a impegnarsi responsabilmente nella vita civica, a riflettere criticamente sul mondo che li circonda e a partecipare attivamente alla democrazia. La cittadinanza non è un optional. Tutt’altro: è fondamentale per le società europee moderne.

Oggi il 74% delle persone nell’Unione si identifica come cittadino o cittadina dell’Ue, una cifra record. Due su tre sono convinti che le somiglianze tra europei sono più numerose delle differenze. Questi segnali sono incoraggianti, ma anche fragili. Le democrazie non possono essere date per scontato. In tutto il continente assistiamo alla polarizzazione, alla disinformazione e alla progressiva perdita di fiducia nelle istituzioni. In una fase in cui l’Europa rafforza le proprie capacità di difesa e sicurezza, è altrettanto importante sviluppare la resilienza democratica e la consapevolezza condivisa della nostra identità. Se non diamo loro gli strumenti per affrontare queste sfide, non possiamo essere certi che le prossime generazioni difenderanno la democrazia semplicemente perché noi l’abbiamo fatto.

La cittadinanza, così come il sentimento condiviso di identità europea, è qualcosa che deve essere insegnato, esercitato e vissuto. Questo significa trasmettere ai nostri giovani la capacità di farsi domande, di riflettere criticamente, di affrontare conversazioni scomode e di sentirsi parte di qualcosa di più grande di loro. La democrazia non riguarda solo i parlamenti e i tribunali, ma ha anche a che fare con il “noi”, ovvero con il fatto che condividiamo una storia, una cultura e dei valori che meritano di essere lasciati in eredità.

Il ruolo cruciale di Erasmus+

Si deve iniziare ad allenare il “muscolo” della cittadinanza a scuola, già dai primi anni. Insegnanti e formatori di tutto il continente lavorano instancabilmente per insegnare ai bambini e ai giovani l’alfabeto, l’algebra e gli algoritmi. Acquisire un insieme solido e stabile di competenze di base prepara i giovani a proseguire la loro istruzione e a progredire nelle loro carriere, che sognino di diventare falegnami o chirurghi, e nelle loro vite. Al di là degli iter formativi, i sistemi scolastici europei forniscono ai giovani le basi del pensiero analitico e della riflessione critica, rendendoli infine cittadini capaci e sicuri di società democratiche. 

A tale proposito Erasmus+ ha una funzione fondamentale da svolgere. Il programma Erasmus è una delle iniziative europee più amate e di successo. Ad oggi vi hanno partecipato oltre 16 milioni di persone, e ha dato vita a molte generazioni di giovani con una vera identità europea. Ha conquistato le menti ampliando le opportunità di istruzione per molti giovani. Ha conquistato i cuori mostrando ai giovani stili di vita differenti e consentendo loro di immergersi in culture diverse, arricchendo e rafforzando la comprensione reciproca tra europei. Le nostre abitudini alimentari e preferenze musicali potranno anche essere diverse, ma condividiamo gli stessi valori. Ora dobbiamo spingerci oltre.

Ad oggi troppi giovani si lasciano sfuggire le notevoli opportunità di mobilità offerte da Erasmus. Questo deve cambiare. È il momento di essere ambiziosi. I programmi che in passato hanno già dato ottimi risultati, come Erasmus+, dovrebbero essere portati avanti e ampliati sul piano sociale ed educativo. Per gli alunni più giovani, magari persino della scuola primaria, un’esperienza all’estero, anche di una sola settimana, può fare la differenza, soprattutto per quei bambini che altrimenti rischierebbero di non uscire mai dalla loro città o dal loro Stato. Può aprire le menti, suscitare curiosità e gettare le basi di quel cruciale sentimento di appartenenza europea. Il nostro obiettivo è chiaro: indipendentemente dalla loro estrazione o provenienza, tutti i bambini in Europa meritano l’opportunità di scoprire il loro legame con l’Europa, non soltanto nel passaporto, ma anche nel cuore. Il prossimo programma Erasmus+ sarà una parte molto importante in questa direzione.

Coinvolgimento dei giovani alla conferenza dell’Ue sulla gioventù di Copenhagen

Dal 21 al 23 settembre, giovani di tutta Europa si riuniscono a Copenhagen in occasione della conferenza dell’Ue sulla gioventù, un pilastro del dialogo dell’UE con i giovani . Il tema di quest’anno, che è il futuro di Erasmus+, coglie nel segno ciò che più sta a cuore dei giovani europei: opportunità, inclusione e appartenenza. I giovani conoscono meglio di chiunque altro i problemi che devono affrontare e le loro ambizioni per il futuro. Per questo motivo è necessario che i responsabili politici non solo ascoltino le loro voci, ma siano anche disposti ad agire.

L’Europa non può essere difesa unicamente con i soldi e con gli eserciti. Deve vivere nelle menti e nei cuori delle persone. Il nostro futuro non si garantisce difendendo soltanto i confini, ma anche i valori: democrazia, solidarietà e libertà. Questo lavoro inizia a scuola, nei programmi di scambio e nelle esperienze quotidiane che fanno sentire i giovani parte dell’Europa. La prossima generazione difenderà l’Europa solo se la percepirà veramente come propria. Assicuriamoci che sia così.

Roxana Mînzatu è vicepresidente esecutiva della Commissione Ue per i diritti sociali e le competenze, i posti di lavoro di qualità e la preparazione. Mattias Tesfaye è ministro dei Minori e dell’Istruzione della Danimarca e presiede in questo semestre i lavori del Consiglio Ue “Istruzione, gioventù, cultura e sport”. Questo editoriale è pubblicato in Italia in esclusiva su Eutopia, un progetto di Open in collaborazione con la rappresentanza in Italia della Commissione europea e del Parlamento europeo.

leggi anche