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Landini: «Sugli scioperi il governo dà dati falsi ed è stupido fare finta di nulla»

06 Ottobre 2025 - 09:05 Alba Romano
maurizio landini referendum
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«Il fatto che milioni di cittadini abbiano scelto di non girarsi dall'altra parte e di mettere in gioco una giornata di stipendio parla alla politica»

«Queste giornate hanno visto una mobilitazione straordinaria e aprono un nuovo corso. Tre milioni di persone hanno riempito, in due giorni, le strade di tutta Italia, con una grande partecipazione dei giovani, che già avevamo visto nei referendum». Lo afferma, in un’intervista al Corriere della Sera, il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. Sottolineando che i dati del governo sono falsi «ed è stupido far finta di non capire quanto avvenuto».

Gli scioperi

Le giornate di sciopero «hanno mostrato che un sindacato senza la solidarietà tra le persone e il perseguimento della pace non esiste», spiega Landini. «Il fatto che milioni di cittadini abbiano scelto di non girarsi dall’altra parte e di mettere in gioco una giornata di stipendio parla alla politica, chiedendo un miglioramento delle condizioni del lavoro e la rinuncia alla logica del riarmo, perché le due cose stanno assieme», aggiunge il segretario della Cgil. E sulle dichiarazioni del ministro Antonio Tajani riguardo i cattivi maestri replica: «Noi i violenti e i cretini non li abbiamo mai difesi. E i responsabili di atti criminali sono stati respinti anche fisicamente. Poi giustamente il lavoro importante lo hanno fatto le forze di polizia. Un conto è manifestare un altro la violenza, che è contro chi manifesta. Sono due mondi diversi. Quando il governo li sovrappone, insulta milioni di persone perbene scese in piazza, che invece andrebbero ringraziate perché hanno difeso l’onore del Paese».

Il piano di Trump

Sul piano di Trump, riflette il sindacalista, «qualsiasi tentativo di fermare il genocidio e riportare cibo, acqua, ospedali a Gaza va nella direzione giusta. Lo stesso vale per la liberazione degli ostaggi da parte di Hamas e dei prigionieri politici da parte di Israele. Manca, nella proposta, il riconoscimento dello Stato di Palestina e non si parla di Cisgiordania. Senza due Stati, il diritto all’autodeterminazione e la rinuncia a ogni logica coloniale non c’è una pace durevole».

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