Visitare l’Etna non è più gratis, arrivi ai crateri e devi pagare il biglietto: scoppia la polemica per la tassa da 5 euro


L’Etna diventa a pagamento, o almeno la sua parte più turistica. La società che controlla l’aerea dei crateri Silvestri, la più frequentata, ha deciso che farà pagare un ticket di 5€. La zona fa parte del Comune di Nicolosi ma si tratterebbe di una proprietà privata del gruppo Russo Morosoli. Come riporta il Corriere della Sera, l’azienda che gestisce anche la funivia dell’Etna ha rivendicato la scelta: «Innumerevoli episodi di abbandono dei rifiuti, la nascita incontrollata di micro discariche, lo spostamento di rocce per disegnare scritte e cuori ci hanno costretto a predisporre l’accesso regolamentato». Contro la decisione si è schierato il sindaco di Nicolosi, Angelo Pulvirenti: «Ho appreso della novità a cose fatte e ho chiesto al Parco dell’Etna la convocazione del Consiglio dei sindaci. L’Etna è patrimonio dell’Umanità, non può essere gestito come un normale bene privato». Polemiche anche su come un pezzo dell’Etna sia finito nelle mani di privati: «Se vi sono stati passaggi di proprietà o concessioni, è dovere della Regione spiegare quando e con quali atti siano avvenuti», ha scritto la deputata regionale Lidia Adorno (M5S).
L’introduzione del ticket
L’imprenditore Francesco Russo Morosoli ha puntato tutto sulla proprietà privata della zona: «I Crateri Silvestri sono stati acquistati dal mio gruppo nel 1997 dal fallimento della società Montenero. Non è un’area demaniale né soggetta a concessione: è proprietà privata, che abbiamo il dovere di preservare e tutelare». Per Morosoli infatti «i cinque euro servono a coprire i costi di gestione, pulizia, personale, brochure informative e materiali divulgativi. È un contributo minimo per mantenere dignità e decoro a un luogo unico», ha spiegato, aggiungendo che i residenti in Sicilia non dovranno pagare il biglietto.
Vulcanologi italiani: «Scelta commerciale»
Critiche anche dal mondo scientifico e del settore, con il direttivo dell’Associazione italiana di vulcanologia che ha parlato di una scelta «orientata alla sola logica commerciale». «I Crateri Silvestri costituiscono dal 1892 un punto di riferimento emblematico per la divulgazione scientifica», hanno scritto i ricercatori, «l’Etna nella sua interezza è Patrimonio dell’Umanità UNESCO e laboratorio naturale di inestimabile valore scientifico, e in quanto tale appartiene al territorio e alla collettività». Contraria anche la sezione catanese del Club alpino italiano: «I Silvestri hanno sempre rappresentato un primo contatto diretto con l’Etna, libero e spontaneo. Trasformare questo passaggio in un ticket a pagamento non può che lasciare perplessi».
La polemica raggiunge l’Ars
Il polverone è arrivato anche all’Ars, l’organo siciliano simile a un consiglio regionale con funzioni definite dallo statuto speciale dell’isola. Diversi esponenti hanno chiesto chiarimenti a colpi di interrogazioni, rivolte al presidente Renato Schifani e agli assessori competenti. La deputata cinquestelle Lidia Adorno ha annunciato che prenderà provvedimenti «per accertare la natura giuridica dei terreni e verificare eventuali cessioni di aree demaniali o appartenenti al Parco dell’Etna». Secondo Adorno «non è chiaro come una porzione di territorio ricadente nel Parco dell’Etna, sottoposto a vincoli paesaggistici e ambientali, possa essere finita nella disponibilità di un soggetto privato».