Tod’s, l’ira di Diego Della Valle dopo il commissariamento: «Vergognose le accuse. Venga il pm a vedere cos’è per noi l’etica»


Diego Della Valle rompe il silenzio e difende con forza la sua azienda dopo le accuse di presunto sfruttamento del lavoro mosse a subfornitori del gruppo Tod’s. «Non potevo tacere di fronte a un’accusa così pesante e ingiusta – dichiara –. Ho sentito dire cose pessime sul mio gruppo, sulla mia famiglia, su mio fratello e i miei figli. Abbiamo fatto dell’etica un valore determinante e del welfare una bandiera». Il presidente della maison marchigiana, dalla sede milanese in corso Venezia, respinge ogni ombra di complicità con pratiche irregolari: «Il nostro ultimo stabilimento a Brancadoro è considerato un esempio, con asili, palestra, auditorium e ristoranti».
Le accuse a Tod’s
Come riporta il Corriere della Sera, le parole arrivano dopo l’inchiesta della procura di Milano, che indaga su presunti casi di caporalato in opifici cinesi legati alla produzione di calzature di lusso per vari marchi. Tod’s non risulta indagata, ma il pm Paolo Storari ha chiesto l’amministrazione giudiziaria dell’azienda per presunti mancati controlli sulla filiera. Della Valle, visibilmente amareggiato, parla di un attacco gratuito al Made in Italy: «Non si dovrebbero raccontare con leggerezza banalità come se fossimo dei delinquenti, senza un contraddittorio al momento opportuno. Crea danni enormi al Paese, all’artigianato, ai giovani che cercano lavoro. Questa mancanza di rispetto per la nostra reputazione è una vergogna». Poi l’affondo diretto al magistrato: «Invito il pm Storari a venire a vedere le nostre aziende, per capire se siamo persone che non hanno a cuore il rispetto del prossimo».
Della Valle: «Non possiamo controllare tutto»
Il fondatore del gruppo chiarisce che Tod’s effettua controlli, ma non può garantire ogni singolo passaggio della filiera: «Effettuiamo verifiche, controlliamo le condizioni di lavoro, ma non possiamo essere accusati per chi, a nostra insaputa, decide di violare le regole». Rifiuta l’idea che la scelta di lavorare con aziende cinesi sia una “scorciatoia”: «La favoletta che andare dai cinesi conviene, nel nostro caso non esiste. Non discriminiamo nessuno: cinesi, italiani, americani sul lavoro sono uguali. Facciamo firmare accordi che garantiscono condizioni regolari e rispetto dei contratti nazionali». E aggiunge: «Gli imprenditori cercano la qualità, non un piccolo risparmio. Non serve, soprattutto se mette a rischio la reputazione».
La difesa del Made in Italy e l’appello agli imprenditori
Della Valle difende il valore della manifattura italiana e invita i colleghi a non restare in silenzio: «Essere silenti in questo momento significa diventare complici di un sistema che ci fa male. Noi vogliamo un sistema perfetto, che rispetti le persone, le leggi e anche le aziende». A sostegno del settore è intervenuto anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha ricordato: «Tod’s è un brand di eccellenza riconosciuto a livello internazionale. Stiamo lavorando a un dispositivo legislativo per garantire la reputazione del Made in Italy e tutelare la filiera». Della Valle accoglie l’iniziativa con favore: «È determinante una soluzione urgente che permetta controlli efficaci e che consenta a noi di lavorare senza essere giudicati su accuse inconsistenti». E chiude con un appello all’orgoglio nazionale: «Non diamo vantaggi ad altri Paesi. Teniamoci noi questa leadership».