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Lo operano tre volte ma il tumore non c’è, bimbo di 4 anni rimane invalido: «Speranza di vita dimezzata» 

13 Ottobre 2025 - 08:36 Alba Romano
firenze tumore operazione tetraparesi stato vegetativo
firenze tumore operazione tetraparesi stato vegetativo
Gli interventi, tra il 2012 e il 2013, sarebbero stati inutili. Il piccolo paziente soffriva infatti di encefalite erpetica, una forma di infiammazione curabile con farmaci. Un ospedale di Firenze condannato a un maxi risarcimento

Quel bimbo di 4 anni, secondo i medici, aveva una grave e rarissima forma di tumore al cervello. Per questo, nello spazio di circa 12 mesi tra il 2012 e il 2013, per tre volte è andato sotto i ferri. L’ultima operazione in un ospedale di Firenze, noto centro d’eccellenza per il trattamento di quella tipologia di malattie. L’intervento, questa volta, non è riuscito e anzi ha lasciato il bambino completamente invalido. Anche perché – ma lo si verrà a sapere solo molti mesi dopo – in quel piccolo paziente non c’era la benché minima traccia di tumore. A distanza di dodici anni, l’azienda ospedaliera è stata condannata a risarcire alla famiglia e al ragazzo, oggi 16enne, oltre 3 milioni e 700mila euro

La prima diagnosi corretta e le tre operazioni non necessarie

Era iniziato tutto con forti dolori alla testa e al susseguirsi, sempre più frequente, di gravi crisi epilettiche. La prima ipotesi – rivelatasi poi corretta – era stata di encefalite erpetica, un’infiammazione che causa sintomi compatibili a quelli riscontrati dal bimbo e che necessita di essere curata tempestivamente con terapie farmacologiche per evitare il danneggiamento irreversibile del cervello. In fase di primo ricovero però, nel 2012, l’equipe medica aveva optato per l’intervento chirurgico temendo che non si trattasse di una semplice infiammazione da virus bensì di una rara forma tumorale al lobo temporale, posizionato all’incirca sopra l’orecchio sinistro.

Delle tre operazioni a cui il bambino si è sottoposto, l’ultima è stata la più invasiva. Si è trattato infatti di un intervento chirurgico di lobectomia temporale, che prevede la rimozione parziale o totale del lobo temporale del cervello. Una procedura delicatissima che, secondo il tribunale di Firenze, non aveva senso di essere portata avanti in questo caso. 

I danni delle operazioni e l’aspettativa di vita dimezzata: «Massimo 35 anni»

Le indagini, partite dalla denuncia dei genitori, hanno dimostrato come il «quadro di tetraparesi spastica e lo stato vegetativo» da cui è attualmente ancora affetto il ragazzo siano inequivocabilmente legati a «un’assistenza sanitaria incongrua», si legge nella sentenza. Secondo i giudici, i medici non solo avrebbero sbagliato la diagnosi e la scelta dell’intervento chirurgico, ma avrebbero anche fornito informazioni inadeguate ai genitori «a fronte della natura e della portata della procedura e dei possibili rischi, complicanze e dell’incertezza diagnostica del quadro clinico». E i danni irreversibili sono stati ben quantificati tramite due perizie: con i giusti farmaci, il bimbo avrebbe potuto vivere quasi normalmente la sua vita, sebbene sia «attendibile che alla encefalite erpetica sarebbe residuato un qualche danno biologico». Ora, con tre operazioni non necessarie e aggressive, la sua aspettativa di vita è fissata intorno ai 35-40 anni

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