Lula: «I soldi spesi in armi mentre la gente muore di fame sono una vergogna»


Luiz Inácio Lula da Silva dice che i soldi spesi in armi mentre milioni di persone muoiono di fame sono «una vergogna per l’umanità». In un’intervista al Corriere della Sera sprona la sinistra a reinventarsi. E parla del suo discorso alla Fao di oggi: «Durante l’incontro chiariremo che la fame e la povertà non sono il risultato della scarsità bensì il frutto di una scelta politica. Nel 2024 le spese militari hanno registrato il maggiore aumento dalla fine della Guerra fredda, raggiungendo i 2,7 trilioni di dollari. Allo stesso tempo 673 milioni di persone soffrono la fame. Questa situazione continua a essere una vergogna per l’umanità, anche se si è verificato un piccolo miglioramento al quale il Brasile ha contribuito. Più di 26,5 milioni di brasiliani hanno lasciato la condizione di grave insicurezza alimentare nel 2023 e 2024».
Il Brasile e la mappa della Fao
E ancora: «Siamo usciti per la seconda volta dalla Mappa della fame della Fao. Attraverso l’Alleanza globale contro la fame e la povertà, che abbiamo lanciato durante la nostra presidenza del G20, vogliamo che tutti i Paesi seguano questa strada. Così da poter eradicare la fame nel mondo. La Fao, che celebra i suoi 80 anni e ha una lunga storia di iniziative di grande successo, è fondamentale in questo grande sforzo per restituire dignità a milioni di persone affamate».
Lula dice di aver avuto ottimi contatti con Donald Trump: «Sono state conversazioni molto amichevoli tra due presidenti esperti dei due Paesi che rappresentano le più grandi democrazie dell’Occidente. Ora i nostri team stanno lavorando per organizzare un incontro di persona. La verità è che il Brasile è sempre stato aperto al dialogo e alla negoziazione mantenendo una posizione molto chiara: la nostra democrazia e la nostra sovranità non sono negoziabili».
Trump e i dazi
Lula è «convinto che alcune decisioni del presidente Trump siano state prese sulla base di informazioni errate che gli erano state fornite sulla situazione politica e sul commercio internazionale del Brasile». Mentre sul processo a Bolsonaro «in Brasile garantiamo il rispetto della nostra Costituzione che stabilisce l’indipendenza dei tre poteri. Nessuno — né io, come presidente della Repubblica, né qualsiasi altra persona — può deviare una corte di giudici dal suo compito di far rispettare la legge. E questo non è un principio inventato in Brasile: è alla base anche della Costituzione statunitense e di tutte le grandi democrazie».
«La nostra Corte Suprema ha condotto un processo accurato, con prove solide, diritto alla difesa e il dovuto processo legale. C’è stato un tentativo di colpo di Stato in Brasile e un piano per assassinare me, il vicepresidente e un giudice della Corte Suprema. Tutto ciò è documentato ed è stato dichiarato dalle stesse persone che hanno partecipato a quel crimine. Ora, per la prima volta in 525 anni di storia, un ex capo di Stato è stato condannato per un’azione golpista. Questo servirà da esempio affinché nessuno osi più attentare contro lo Stato democratico di diritto in Brasile».
La destra e la democrazia
Secondo il presidente del Brasile «La nostra prima grande sfida è difendere, con tutte le forze, la democrazia che l’estrema destra cerca tanto di indebolire. Lo dico perché solo la democrazia rende possibili le grandi trasformazioni sociali. E perché senza di essa non sarebbe mai stato possibile che io, un operaio di umili origini, arrivassi alla presidenza di un Paese che, fino ad allora, era stato governato solo da un’élite completamente disconnessa dalla realtà del popolo brasiliano. Dobbiamo anche continuare a dimostrare che l’agenda della sinistra — fondata sulla giustizia sociale e sulla lotta alle disuguaglianze — produce impatti e benefici concreti per la vita delle persone».
«Mi riferisco alla valorizzazione dei redditi e delle condizioni di vita dei lavoratori, alla dignità di chi ha bisogno dei servizi di base forniti dallo Stato. La salute, l’istruzione, l’abitazione e alla sicurezza di vivere liberi dalla violenza dei discorsi d’odio, dei pregiudizi e della xenofobia. Sono certo che ci riusciremo. Ci siamo reinventati molte volte nella storia e lo faremo di nuovo, per sconfiggere la menzogna e le minacce autoritarie che tanto male fanno all’umanità».