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Trovato il dispositivo per il suicidio assistito di Libera, la 55enne toscana paralizzata dal collo in giù. Cosa dice la legge regionale e l’ordine del giudice

16 Ottobre 2025 - 14:38 Ugo Milano
Suicidio assistito
Suicidio assistito
Sarebbe una pompa da infusione comandabile con lo sguardo. Così la donna potrà esercitare il diritto al suicidio assistito

È stato trovato il dispositivo che permetterebbe a Libera (nome di fantasia), la 55enne toscana paralizzata dal collo in giù, di autosomministrarsi il farmaco letale. E così esercitare il suo diritto sul fine vita, come previsto dalla legge regionale approvata in Toscana lo scorso febbraio. Il caso della donna affetta da sclerosi multipla era stato giudicato compatibile dalla commissione dell’Asl di appartenenza con le prescrizioni della legga. Ora potrà procedere con il cosiddetto suicidio assistito, usando una pompa a infusione attivabile tramite lo sguardo. Basterebbe questo a garantire la natura volontaria della procedura. «Due giorni fa l’Asl ha comunicato di aver concluso un’indagine di mercato da cui è emersa la disponibilità di una ditta a fornire un comunicatore con puntamento oculare in grado di attivare pompe infusionali», ha fatto sapere l’associaizone Luca Coscioni, che assiste la 55enne.

La decisione del giudice e il termine di 15 giorni

La donna aveva fatto un appello pubblico dopo che il giudice civile di Firenze non aveva individuato soluzioni praticabili, secondo i pareri chiesti a ministero della Salute, Iss e Consiglio superiore di sanità. Poi la svolta è arrivata dalla sanità regionale, che ha trovato un dispositivo idoneo. Da qui la decisione del giudice che ha ordinato di testare il macchinario e fornirlo entro 15 giorni ai sanitari che accompagneranno Libera fino all’auto somministrazione del farmaco letale. Una decisione accolta con favore dall’associazione Coscioni «in considerazione dell’intollerabilità delle sofferenze della 55enne».

Foto copertina: Annie Spratt su Unsplash

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