Manovra, Irpef ridotta fino a 50 mila euro, giallo su chi ne beneficia oltre. Da banche e assicurazioni 9,6 miliardi (e non 11) nel giro di un triennio


La riduzione dell’aliquota Irpef dal 35 al 33% sarà applicata ai redditi lordi fra 28.001 e 50 mila euro, ma nel testo in entrata al consiglio dei ministri lo sconto fiscale viene considerato sterilizzato sopra quella soglia di reddito. Dall’articolato sembra quindi esclusa l’indiscrezione circolata alla vigilia e pubblicata anche da autorevoli testate di un effetto di quella riduzione anche sui redditi fino a 200 mila euro, oltre ai quali lo sconto fiscale sarebbe stato sterilizzato. In conferenza stampa però il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha rilanciato l’ipotesi di estendere quel beneficio fino a 200 mila euro come «proposta del governo su cui il Parlamento è libero di decidere». La norma al momento non c’è e fonti tecniche che hanno lavorato alla manovra precisano ad Open che «quell’ipotesi non era stata presa in considerazione durante la preparazione della legge di bilancio. Nelle ultime ore al ministero dell’Economia hanno costruito un meccanismo a decalage piuttosto complicato. Andrà inserito nel testo finale dopo la verifica delle compatibilità ». La riduzione dell’aliquota Irpef sarà comunque strutturale (d’ora in avanti sarà sempre del 33%) e secondo le tabelle della manovra dovrebbe valere ogni anno 2,4 miliardi di euro. Nel triennio 2026-2028 preso in considerazione dalla legge di bilancio, dunque, avrebbe un impatto complessivo di 7,2 miliardi di euro. In quelle cifre però non è stato calcolata l’estensione dello sconto fiscale fra 28.001 e 50 mila euro anche per chio guadagna fino a 200 mila euro lordi l’anno.
Banche e assicurazioni si salvano un po’ (1,4 miliardi) rispetto alla stangata attesa
Il contributo chiesto a banche e assicurazioni è invece un po’ inferiore alle indiscrezioni della vigilia. Al netto degli arrotondamenti porterà nelle casse dello Stato 3,8 miliardi di euro nel 2026, identica cifra nel 2027 e invece 2 miliardi nel 2028, per un totale di 9,6 miliardi di euro, che è quindi inferiore di 1,4 miliardi di euro rispetto agli attesi 11 miliardi emersi dal vertice di maggioranza pre-manovra. Finanzieranno sia il taglio dell’Irpef che alcune misure di riduzione del carico fiscale su lavoro che nel 2026 varranno un taglio di tasse da 1,8 miliardi di euro. Ma un’altra fondamentale voce di risparmio di spesa viene dalla rimodulazione degli interventi del PNRR (quindi con la rinuncia ad alcuni interventi) che varrà nel solo 2026 ben 4,4 miliardi di euro.
Alla Sanità 1,8 miliardi di euro l’anno, per le pensioni solo 400 milioni nel 2026
Dalle tabelle della manovra si capisce che il fondo per la sanità riceverà in ogni anno del triennio 2026-2028 un finanziamento ulteriore di 1,8 miliardi di euro per un totale quindi di 5,4 miliardi di euro nell’arco di tempo della legge di bilancio. Un po’ meno fortunati i pensionati, perché la spesa extra per le pensioni è assai contenuta per il 2026, limitandosi a 400 milioni di euro, per poi salire a 1,6 miliardi di euro nel 2027 e scendere ancora a un miliardo di euro nel 2028. Significa che dunque verrà sterilizzato l’aumento di tre mesi dell’età pensionabile. Nel triennio per le pensioni, dunque, ci sono 3 miliardi di euro. A finanziare la misura anche il taglio della spesa dei ministeri, che farà strepitare molti ministri e vale 2 miliardi nel 2026, altri 2,2 miliardi di euro nel 2027 e infine 2,8 miliardi di euro nel 2028 per un totale di 7 miliardi di euro.