Le ibride plug-in emettono quasi quanto le auto a benzina: lo studio che smentisce i dati ufficiali dei test


Le auto ibride plug-in producono emissioni di CO2 quasi cinque volte superiori rispetto ai dati ufficiali comunicati dalle case automobilistiche. Lo sostiene un report di Transport & Environment, la principale associazione europea che spinge per una transizione rapida verso la mobilità elettrica. I ricercatori di T&E hanno analizzato i dati sulle emissioni di 800 mila veicoli — di cui 127mila ibridi plug-in — che circolano sulle strade europee e hanno scoperto che emettono in media il 19% in meno di anidride carbonica — uno dei principali gas serra e responsabili del riscaldamento globale — rispetto ai veicoli a benzina e diesel. I test di laboratorio sostenevano, invece, che i veicoli plug-in hybrid fossero il 75% meno inquinanti.
Lo scarto con i dati ufficiali dei test
A creare questo scarto numerico ha contribuito, secondo i ricercatori, una sovrastima del cosiddetto «fattore di utilizzo», ovvero la quota di chilometri percorsi in modalità elettrica. Le ibride plug-in, infatti, funzionano con due motori: uno a combustione (benzina o diesel) e uno elettrico, alimentato da una batteria che può essere ricaricata tramite una presa elettrica. Come suggerisce il nome, si tratta di una soluzione «ibrida» tra un’auto esclusivamente alimentata a combustibili fossili e un’auto elettrica. I test Wltp (Worldwide Harmonised Light Vehicle Test Procedure) — utilizzati per omologare i veicoli in Europa e misurarne i consumi — stimavano che l’84% dell’utilizzo delle auto ibride plug-in sarebbe avvenuto in modalità elettrica, ma la ricerca di T&E dimostrerebbe che la vera percentuale si aggira intorno al 27%. E non finisce qui, perché anche quando le auto venivano guidate in modalità elettrica, i ricercatori hanno rilevato livelli di emissioni di CO2 sopra le stime ufficiali.

Le multe evitate alle aziende e il costo per i conducenti
La sottostima delle emissioni dei veicoli ibridi plug-in avrebbero permesso ai principali gruppi automobilistici di evitare multe per oltre cinque miliardi di euro tra il 2021 e il 2023, rendendo artificialmente più facile rispettare gli obiettivi di CO2 delle flotte automobilistiche dell’Ue. Per quanto riguarda gli automobilisti, invece, la sovrastima si tradurrebbe in circa 500 euro in più all’anno in costi di gestione rispetto a quanto ipotizzato dai test Wltp. «Gli ibridi plug-in sono uno dei più grandi bluff della storia dell’auto. Le loro emissioni si avvicinano a quelle delle auto a benzina e, persino in modalità elettrica, corrispondono a otto volte i valori dichiarati nei test ufficiali. Non c’è retorica sulla neutralità tecnologica che possa negare l’evidenza: a un decennio dal loro lancio, queste auto continuano a deludere le aspettative», commenta Andrea Boraschi, direttore di T&E Italia.
Il dibattito in Ue per riscrivere le regole sulle auto
Lo studio di Transport & Environment arriva in un momento molto delicato per le case automobilistiche, perché le istituzioni europee si apprestano a rimettere mano ai regolamenti di riferimento del settore entro fine anno. Nel mirino di alcuni governi, nonché dei partiti più a destra del Parlamento europeo, c’è soprattutto lo stop alla produzione di nuove auto a benzina e diesel a partire dal 2035. L’industria dell’auto invoca un passo indietro e chiede di puntare sulla «neutralità tecnologica», aprendo all’utilizzo dei biocarburanti e allungando la vita proprio delle auto ibride plug-in.
Foto copertina: Dreamstime/Hurricane Hank