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«Sei malato, non ci servi più», il dramma del magazziniere trovato morto nel fiume Roja a Ventimiglia

28 Ottobre 2025 - 17:26 Ugo Milano
fiume roja suicidio magazziniere
fiume roja suicidio magazziniere
Era stato licenziato il giorno prima, l'uomo di 40 anni ritrovato senza vita nel greto del fiume Roja, a pochi metri dal commissariato di polizia. Il racconto degli amici e la paura di non ritrovare un altro lavoro per mantenere la moglie e il figlio piccolo in Bangladesh

All’alba di oggi, martedì 28 ottobre, nel greto del fiume Roja, a pochi metri dal commissariato di Polizia di Ventimiglia (Imperia) è stato ritrovato il corpo di un uomo, con una profonda ferita alla gola. L’ipotesi più accreditata, per ora, è quella di suicidio. L’uomo era appena stato licenziato – per motivi di salute – dal negozio di articoli per la casa in cui lavora come magazziniere. È stato rinvenuto dagli agenti durante un controllo dell’area, spesso frequentata da migranti e senzatetto. Accanto al cadavere, un taglierino insanguinato, per questo l’ipotesi iniziale era di omicidio. L’uomo, di origini bengalesi, lascia la moglie e un figlio piccolo.

La prima ipotesi di omicidio

In un primo momento gli inquirenti non avevano escluso l’ipotesi di un omicidio, ma le successive verifiche hanno chiarito il quadro: si tratterebbe di un suicidio. La vittima è un cittadino del Bangladesh di circa quarant’anni, residente a Ventimiglia, dove condivideva un appartamento con un parente connazionale. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’uomo avrebbe deciso di farla finita dopo aver perso il lavoro. Fino a ieri era impiegato come magazziniere in un negozio di articoli per la casa della zona, ma sarebbe stato licenziato per motivi di salute. «Era malato, a volte sveniva», hanno raccontato alcuni amici giunti sul posto non appena appresa la notizia. «Il suo datore di lavoro gli aveva detto di non tornare più: un dipendente malato non serviva. Era disperato, temeva di non trovare altro impiego».

La moglie e il figlio piccolo in Bangladesh

L’uomo, spiegano ancora i conoscenti, aveva lasciato in Bangladesh una moglie e un figlio piccolo, ai quali inviava parte del suo stipendio. Negli ultimi tempi, la malattia e le difficoltà economiche lo avevano profondamente segnato. Sul posto sono intervenuti gli uomini della Polizia e la Scientifica per i rilievi. L’arma trovata accanto al corpo, compatibile con le ferite, e l’assenza di segni di colluttazione hanno confermato la pista del gesto volontario. La Procura di Imperia ha comunque disposto accertamenti per chiarire ogni dettaglio.

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