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Uccise il padre per difendere la madre, confermata l’assoluzione per Alex Cotoia: «Si difese finché il pericolo era finito»

29 Ottobre 2025 - 22:03 Ugo Milano
alex cotoia pompa omicidio padre legittima difesa
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Il giovane Alex Pompa, Cotoia da quando ha preso il cognome della madre, era stato prima condannato e poi assolto in secondo grado. La procura generale di Torino aveva contestato l’omicidio volontario, ma la Cassazione ha respinto il ricorso

«Questa volta è davvero finita», è con un sospiro di sollievo che Alex Pompa – da qualche mese Alex Cotoia, cognome della madre – ha accolto la conferma della sua assoluzione da parte della Corte di Cassazione. Gli ermellini hanno giudicato inammissibile il ricorso della procura generale di Torino, che si era schierata duramente contro il proscioglimento per legittima difesa del giovane, oggi 22enne. Alex Cotoia il 30 aprile 2020 aveva ucciso il padre con 34 coltellate sferrate con 6 lame diverse a Collegno, nel Torinese, per difendere la madre e il fratello maggiore dalle continue aggressioni e vessazioni dell’uomo. Per gli ermellini, «è possibile ritenere integrati gli elementi della legittima difesa putativa». E le 34 coltellate non furono inferte con «odio o rabbia», ma come difesa «fino a quando ha constatato che era inerme e non costituiva più un pericolo».

Il ricorso della procura: «Non era legittima difesa ma agguato»

La Cassazione ha dovuto esprimersi sull’assoluzione dopo il ricorso presentato dalla procura di Torino, a seguito dell’assoluzione in secondo grado. Secondo i magistrati, infatti, la scena del delitto non mostrava nessun segno di disordine: «Pompa è stato scannato. Ogni ninnolo e soprammobile è al proprio posto, persino la frutta e i fiori sulla tavola. Lo scaffale in vetro è a posto. Vi sfido ad avere una colluttazione e a non rovesciare niente». Non solo. Il fratello grande di Alex Cotoia, Loris, mostrava evidenti segni sulle braccia, tanto da spingere gli inquirenti a ipotizzare che stesse tenendo fermo il padre mentre Alex lo colpiva. «Non è vero che Pompa stava per prendere il coltello, altrimenti non sarebbe stato colpito alla schiena. Non ha ferite da difesa, se non un taglietto di pochi centimetri su 34 coltellate: com’è possibile, se non c’è nessuno che ti tiene fermo?», aveva sostenuto il sostituto procuratore Alessandro Aghemo. Insomma, nessuna legittima difesa ma agguato vero e proprio. Per la Cassazione, invece, «anche a voler ritenere che Alex abbia agito nella erronea convinzione che il padre intendesse armarsi di un coltello e, per questa ragione, lo abbia affrontato», ci sono elementi «idonei a indurre nell’imputato la ragionevole persuasione di trovarsi in pericolo». 

Le assoluzioni e la condanna ribaltata dalla Cassazione

La trafila giudiziaria è stata lunga e tortuosa. Assolto in primo grado per legittima difesa, in appello nel 2023 fu invece condannato a 6 anni, 2 mesi e 20 giorni. Una sentenza che la Cassazione aveva annullato con rinvio e che era stata ribaltata nel gennaio 2025 dall’assoluzione, sempre in secondo grado. Ora gli ermellini mettono il punto finale alla vicenda, con l’assoluzione che passa così in giudicato. Alex nel frattempo ha conseguito la laurea triennale in Scienze della Comunicazione, lavorando come portiere in un hotel di notte per pagarsi gli studi: tuttora lavora nella struttura e il titolare ha deciso di assumerlo a tempo indeterminato, chiedendo ai legali se fosse possibile farlo visto che c’era un nuovo processo.

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