Il caso del clochard morto a Milano senza un nome. L’appello degli abitanti del quartiere: «Qualcuno ci racconti di lui»

È stato trovato morto in strada, dove viveva non si sa da quanto, tre giorni fa. Ancora oggi, 31 ottobre, non ha un nome. Così è ancora possibile morire senza fare rumore, senza un funerale, su un marciapiede del quartiere milanese di Niguarda che ospita uno dei più grandi ospedali del nord Italia. A trovare il senzatetto nella periferia nord ovest di Milano è stata proprio un’infermiera della struttura sanitaria, che passando lo ha visto immobile e si è preoccupata per le sue condizioni chiamando i soccorsi. «Una persona morta che nessuno conosceva com’è possibile? Una persona che merita che qualcuno, la collettività, possa ricordarla e raccontare qualche ricordo, chi era, come mai non aveva casa, da dove veniva», è l’appello all’Agi di Mirko Mazzali, assessore del Municipio 9.
Le voci dal quartiere: «Colpa dell’emergenza abitativa»
Nel gruppo social di quartiere e in strada qualcuno ha chiesto una preghiera per lui, altri hanno detto di non conoscerlo neanche di vista. Savina Perchinelli, animatrice di molte attività di aiuto nel quartiere, ha puntato il dito contro la crisi della casa a Milano: «Ci stanno tante persone che faranno questa fine nell’inverno che sta arrivando per l’emergenza abitativa». Una situazione critica, soprattutto in Lombardia, a cui l’edilizia sociale non riesce a mettere una pezza, portando a episodi tragici come quello del 71enne di Sesto San Giovanni suicida per lo sfratto. «Sarebbe bello che qualcuno che gli aveva parlato o semplicemente lo aveva visto o magari cercato di aiutare si facesse vivo e vi raccontasse di lui. Perché una persona morta senza nome è un dolore ancor più grande», continua Mazzali.
Morto senza nessuno
Sono pochissimi i dettagli che possono aiutare a identificare l’uomo senza fissa dimora, che non aveva con sé nessun tipo di documento. Da quello che hanno detto gli agenti e i sanitari intervenuti, si tratterebbe di una persona di etnia africana, apparentemente sconosciuto agli abitanti della zona che pure dicono di ricordarsi di alcuni senzatetto che si fermano nelle strade del quartiere. Sarebbe morto per un malore, dopo aver vomitato, escluso qualsiasi atto violento. Chi indaga la definisce una morte dalla causa «naturale», ma anche tra gli abitanti del quartiere si insinua l’idea che la vera causa della morte silenziosa sia stata l’indifferenza.
