Annamaria Bernardini de Pace perde la causa con il suo condominio

Annamaria Bernardini de Pace ha perso una causa. Ma non in veste di avvocato. Una sentenza della Corte di Cassazione ha dato torto dopo alla matrimonialista dei vip che lei aveva contestato in tribunale alcune delibere assembleari di un condominio vicino a Porta Venezia a Milano. La storia comincia tra il 26 settembre 2014 e il 9 luglio 2015, quando le assemblee approvano un pagamento da più di 140 mila euro. Una società che aveva sede nello stabile ha chiesto il risarcimento dei danni per il mancato funzionamento dell’impianto di riscaldamento.
Le quote condominiali
Gli altri condomini hanno contestato il mancato pagamento delle spese condominiali, chiedendo il rimborso ai diretti interessati. Alla fine, l’assemblea ha deciso di chiudere il contenzioso riconoscendo all’azienda una cifra di 145.573,20 euro. Bernardini de Pace con la figlia Francesca Giordano hanno impugnato le tre delibere. Sostenendo che il condominio non avrebbe dovuto riconoscere «alla controparte alcun tipo di importo». Visto che «la consulenza tecnica d’ufficio aveva escluso la responsabilità del condominio stesso (attribuendola invece a lavori effettuati da terzi, ndr)».
Il giudice
Sia in primo grado che in appello, i giudici hanno respinto la tesi, pur accertando il vizio di convocazione della prima assemblea e la potenziale annullabilità della seconda delibera. La Cassazione ha confermato il verdetto. Non ravvisando vizi nei precedenti pronunciamenti e ribadito un principio: «In tema di condominio negli edifici, il sindacato dell’autorità giudiziaria sulle delibere assembleari è limitato a un riscontro di legittimità della decisione, non potendosi invece estendere al merito e al controllo della discrezionalità di cui tale organo sovrano è investito».
