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La Verità e il progetto di Silvia Salis per l’educazione sessuale all’asilo: «È gender»

26 Novembre 2025 - 06:50 Alba Romano
silvia salis sindaca
silvia salis sindaca
Il percorso in quattro scuole dell'infanzia a Genova: «C'è bisogno di educazione sessuoaffettiva tra i giovani»

La sindaca di Genova Silvia Salis ha presentato un «progetto sperimentale» sull’educazione gender che coinvolge quattro scuole dell’infanzia. «Mi chiedono perché di questo attivismo e io rispondo che un sindaco progressista ha il dovere di occuparsi dei diritti. E visto il presente in cui viviamo credo fosse importante dare un segnale. Ne abbiamo la responsabilità», ha spiegato ieri. Genova diventa così un laboratorio sull’educazione sessuale in tutte le sue accezioni.

Le quattro scuole

Le quattro scuole dell’infanzia scelte per il test di un’ora alla settimana sono la Firpo a Sampierdarena, la Mazzini, la Monticelli e la Santa Sofia, per un totale di 300 bambini coinvolti. «Crediamo che ci sia un gran bisogno di educazione sessuoaffettiva tra i giovani. A chi chiede “a cosa serve?” rispondo che se il modello di un bambino o di una bambina a casa è quello della violenza, avrà gli strumenti per capire che è sbagliato e che esiste un’alternativa», dice Salis. «Verranno coinvolti nel percorso anche i genitori», aggiunge.

La Cassazione e il gender

Ma La Verità non ci sta. La sentenza di Cassazione 8.740 del 2024 stabilisce «l’importanza di un approccio graduale e concordato tenendo conto dell’età e della maturità degli alunni», ricorda il giornale di Maurizio Belpietro. Che sostiene che il progetto su «sesso e infanzia» sia un cavallo di battaglia dell’assessore alle Politiche dell’istruzione e Pari opportunità Rita Bruzzone (Pd). E l’opposizione in coumune si fa sentire. Francesco Maresca (FdI) ricorda che «alla base dell’educazione sessuale c’è la famiglia, con cui la scuola collabora ma che non sostituisce. Ci sono stati casi in cui le scuole hanno portato esterni a parlare di gender senza avvisare le famiglie. Noi diciamo no». Piciocchi aggiunge: «Certi argomenti, se affrontati in modo inadeguato o precoce, più che consapevolezza rischiano di generare smarrimento».