La famiglia nel bosco prepara il ricorso: «Mai rifiutato altre sistemazioni, vogliamo solo il bene dei bambini»

La famiglia britannico-australiana residente nel bosco di Palmoli, in provincia di Chieti, si è ritrovata suo malgrado al centro di un caso giudiziario che ha raggiunto un’eco politico-mediatica eccezionale. A volte a lei favorevole, a volte l’opposto. Oggi i coniugi Trevallion-Birmingham scrivono per la prima volta direttamente alla stampa per fare alcune importanti precisazioni. «Continuiamo a leggere su alcune testate giornalistiche che saremmo testardamente arroccati su posizioni intransigenti e rigide, e che staremmo rifiutando il supporto di istituzioni e privati che mettono a disposizione abitazioni alternative. Non è assolutamente vero», si legge in una lettera inviata ai media dai genitori cui il tribunale per i minorenni di L’Aquila ha sospeso la potestà genitoriale sui figli affidando i minori a una casa-famiglia. Decisione contro cui la coppia farà ricorso.
La posizione dei genitori: «Preserviamo il nostro spirito, ma non siamo sordi»
«Abbiamo la gioia di preservare il nostro spirito e la nostra filosofia di vita», scrivono Nathan Trevallion e Catherine Birmingham nella lettera inviata tramite gli avvocati. «Ma non per questo vogliamo essere sordi alle sollecitazioni che vengono dall’esterno. È falso quanto si dice in ordine ad un nostro rifiuto sull’aiuto offerto dal sindaco e da privati». La lettera, diffusa dai nuovi avvocati della famiglia Marco Femminella e Danila Solinas, continua con un ulteriore chiarimento: «Vogliamo che passi un messaggio chiaro: ogni nostra scelta, ogni nostro passo compreso il trasferimento in questa straordinaria terra che ci ha accolti, è stato orientato al benessere psicofisico dei nostri splendidi bambini, che sono stati, sono e saranno il baricentro unico e indiscusso del nostro cammino».
L’istruzione parentale: «Fondamentale per i nostri figli, lo sappiamo»
La situazione attuale li ha invece sballottati fuori dai loro soliti binari, a causa della «difficoltà nel parlare e comprendere la lingua italiana, in particolare i tecnicismi legati agli aspetti giuridici». Specificando che solo due giorni fa hanno potuto leggere in inglese e comprendere «nella sua interezza» l’ordinanza con cui gli sono stati sottratti i tre figli Rose Utopia, Galorian e Bluebell.
«Ci dispiace profondamente che non si sia avuto modo di dimostrare come l’educazione parentale sia da noi strettamente osservata, curata e gestita nel pieno convincimento dell’importanza dell’istruzione e dell’apertura mentale che deve essere data ai nostri figli», hanno commentato su uno dei punti maggiormente sottolineati nell’ordinanza a firma del tribunale per i minorenni dell’Aquila. I coniugi hanno poi ribadito la «falsità» del rifiuto degli aiuti offerti dal sindaco e da privati: «Vogliamo concludere ringraziando tutte le persone e tutti i soggetti istituzionali che ci sono stati vicini e che ci auguriamo resteranno vicino a noi con la lealtà e la serenità che sto imprescindibili laddove sono posti in gioco valori primari della vita delle persone».
La posizione del tribunale: «Non è contro, vogliono il bene dei nostri bimbi»
Un discorso che, ha puntualizzato la famiglia, non viene portato avanti contro il tribunale dei minorenni che ha deciso per la sospensione della loro potestà: «Siamo, oggi, nella piena coscienza di non avere di fronte un antagonista, ma una istituzione che come noi – siamo certi – ha a cuore la salvaguardia e la tutela dei nostri bambini. Quindi abbiamo un fine comune», si legge ancora. Trevallion e Birmingham, poi, definiscono l’addio del legale Giovanni Angelucci non come una sua volontaria remissione del mandato ma come una loro «revoca». Una decisione che la coppia avrebbe preso per il «bisogno di una comprensione e di un confronto dialettico nonché prettamente giuridico con le istituzioni con cui abbiamo la necessità imprescindibile di interloquire. Unitamente ai nostri nuovi difensori, una volta compreso il senso pieno di questo percorso, anche e soprattutto attraverso la traduzione degli atti del fascicolo del Tribunale, siamo pronti a condividerne il fine».
Dalle case gratuite alla ristrutturazione, gli aiuti offerti alla coppia
La nota è stata diffusa il giorno dopo la remissione (o revoca) del mandato del loro quarto avvocato negli ultimi sei mesi, Giovanni Angelucci, che ha denunciato le «troppo pressanti ingerenze esterne». Era stato lui a elencare tutte le «occasioni perse» e tutte le mani tese rifiutate dalla famiglia Trevallion-Birmingham. A partire dalle due dimore alternative offerte a titolo gratuito da un imprenditore di Ortona, un bed&breakfast nel bosco ristrutturato, e dal sindaco di Palmoli. Se la seconda «neppure l’ha guardata», per la prima Nathan Trevallion non si sarebbe semplicemente presentato all’appuntamento per vederla. Dietrofront all’ultimo anche sul progetto di ristrutturazione gratuita della loro casa comprata dalla “ragazza degli husky”. E rifiutato persino l’aiuto degli esperti, come una psicologa infantile specializzata in psicoterapia cognitivo-comportamentale.
