Garlasco, la perizia: «Il Dna sotto le unghie di Chiara Poggi è compatibile con Andrea Sempio»

Una mail di posta elettronica certificata firmata dalla perita nominata dal Tribunale di Pavia Denise Albani dice che il Dna che si trovava sotto le unghie di Chiara Poggi a Garlasco «è compatibile» con Andrea Sempio. E per l’Y, ossia la linea maschile della sua famiglia, la percentuale di compatibilità è «elevatissima». Si tratta delle stesse conclusioni a cui è arrivato il consulente della procura Carlo Previderé. Ma la tecnica della biostatica ha confermato che quel materiale genetico isolato durante le prime indagini e ritenuto degradato è invece leggibile.
Il Dna di Sempio sotto le unghie di Chiara Poggi
Alla mail di Albani erano allegati grafici, numeri e percentuali. Il perito del processo d’Appello Francesco De Stefano aveva escluso la possibilità di analizzarlo. Mentre anche il genetista Ugo Ricci, consulente di Alberto Stasi, lo aveva elaborato arrivando alle stesse conclusioni. Albani entro il 5 dicembre depositerà la perizia alla giudice Daniela Garlaschelli del tribunale di Pavia. Poi, dal 18, arriveranno i periti e i consulenti. La conferma è arrivata dalle comparazioni biostatistiche, una tecnica non disponibile nel 2014 ma oggi diventata standard a livello internazionale. Le indagini sono dei carabinieri del Nucleo investigativo di Milano coordinati dal procuratore Fabio Napoleone e dall’aggiunto Stefano Civardi.
Il secondo profilo
Il materiale genetico ha restituito una compatibilità di 12 marcatori sui 16 previsti dal kit, una quantità comunque sufficiente per una comparazione. Nel Dna ci sarebbero anche tracce di un secondo profilo, ma in misura molto minore e non definita. Trattandosi di un Dna Y (e non mitocondriale) non è possibile indicare con certezza un individuo. Ma la linea maschile secondo le comparazioni biostatistiche è risultata sovrapponibile a quella della famiglia di Sempio. Il Dna si va ad aggiungere all’impronta 33 sul muro delle scale, alle telefonate anomale di Sempio a casa Poggi e alla «bugia» dello scontrino di Vigevano per costituirsi un alibi. Oltre all’inchiesta sulla presunta «corruzione» all’ex pm Mario Venditti ora nelle mani dei pm di Brescia.
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“Piena concordanza”
Il Corriere della Sera fa sapere che l’analisi biostatica ha restituito una “piena concordanza” tra l’aplotipo Y rilevato nel 2007 su due unghie di Chiara Poggi — quelle contrassegnate come mdx5 e msx1 — e la linea paterna del profilo biologico dell’indagato. Una coincidenza «da 476 a 2.153 volte (a seconda del database utilizzato) più probabile se originato dal soggetto di comparazione, identificato dal codice CT28112016», così come era stato etichettato il Dna di Andrea Sempio all’epoca. Non solo. Gli accertamenti di Albani hanno stabilito che le prove di laboratorio di De Stefano furono condotte con campioni non omogenei, ma «nella sessione a 5 microlitri emerge un aplotipo parziale misto per un totale di dodici» marcatori, aveva specificato la genetista in tribunale, e «quello che, ovviamente, si può fare è considerare il profilo one shot».
La traccia biologica
Ora la discussione si sposterà sul perché quella traccia biologica sia finita sulle mani di Chiara Poggi. Per contatto diretto, cioè, negli istanti del massacro datato 13 agosto 2007. O da trasferimento da un altro oggetto toccato da Andrea Sempio in un non meglio specificato e databile periodo precedente. E torna in mente il pizzino di Giuseppe Sempio sulle sorti del figlio. «Così non può essere indagato per lo stesso motivo il D-N-A“, scrisse in uno dei suoi appunti sequestrati. Su questo c’è un’inchiesta per corruzione.
