Militari in congedo, ex guardie giurate, medici: come funzionerà la leva volontaria a cui pensa Crosetto. Subito 10mila unità

Non è la naja, hanno ripetuto subito dal ministero della Difesa. Piuttosto, potrebbe entrare nella fase operativa una proposta che il ministro Guido Crosetto ha avanzato già negli anni scorsi. La proposta che il ministro ha rilanciato ieri, 27 novembre, circa la possibilità, sull’onda di quanto accaduto in Francia e Germania, di riaprire la leva, anche in forma volontaria, ai cittadini anche quando non scelgono la carriera militare.
Chi e per fare cosa
Nel caso dell’Italia, l’idea è che sia una riserva di volontari, “ausiliari”, da affiancare ai militari di carriera. Ne farebbero parte quindi militari in congedo, professionisti con specializzazioni che abbiano applicazioni pratiche nel campo della difesa, poi chi proviene dai vfp (volontari in ferma prefissata) o dal settore delle guardie giurate, medici in pensione, personale civile qualificato. Insomma un numero di persone che sarebbe formata per essere richiamata in caso di emergenza e “per la difesa del paese”.
I numeri
Non starebbero in caserma in attesa del da farsi, ovviamente. Una volta formati e periodicamente addestrati, tornerebbero alla loro vita ma pronti ad intervenire in casi gravissimi come guerre, grandi calamità, crisi internazionali. L’idea è di partire con un progetto per 10mila “reclute” per poi valutare un ampliamento fino a 40mila, anche se i numeri dovranno essere fissati dal parlamento.
Il personale della Difesa
Discorso diverso, e parallelo, riguarda l’aumento del personale della Difesa. Come spiega oggi il Corriere della Sera, già nelle scorse settimane, in un suo discorso ai vertici militari, il ministro aveva puntato sul fatto che la legge 244 fissa il limite per il personale della Difesa a 170 mila unità (oggi sono 160 mila). Numeri troppo bassi, aveva detto, da «buttare via»: la cifra dovrebbe salire di almeno 30-40 mila unità. Anche durante l’ultimo Consiglio supremo di Difesa, quello del 17 novembre, presso il Quirinale e presieduto da Sergio Mattarella, Crosetto disse che servivano almeno 10-15 mila unità, per la formazione specifica dedicata a nuove tecnologie e intelligenza artificiale. Cinquemila ne servirebbero pe il solo ambito cyber.
